Nato nel 1885, dal 1951 il museo ha sede nel settecentesco palazzo Moriggia, progettato nel 1775 da Giuseppe Piermarini a ridosso del vasto complesso di Brera. Già sede, in epoca napoleonica, del Ministero degli Esteri e, in seguito, del Ministero della Guerra, il palazzo, passato nel 1900 alla famiglia De Marchi, fu donato al Comune di Milano dalla moglie del celebre naturalista Marco De Marchi e in quell'occasione destinato a sede musealeAttraverso un articolato insieme di materiali composti da stampe, dipinti, sculture, disegni, armi e cimeli, le collezioni illustrano il periodo della storia italiana compreso tra la prima campagna di Napoleone Bonaparte in Italia (1796) e l'annessione di Roma al Regno d'Italia (1870). Il percorso espositivo è ordinato cronologicamente e si snoda attraverso quindici sale tematiche a cui si aggiungono due sale destinate alle esposizioni temporanee. L'ultimo allestimento risale al 1998 quando, mantenendo intatta la sequenza cronologica, furono ripensate le strutture espositive permanenti, destinate ai nuclei salienti delle collezioni, e in particolare i cimeli dell'incoronazione di Napoleone in Italia (il manto verde e argento e le preziose insegne regali), lo stendardo della Legione Lombarda Cacciatori a cavallo, il primo Tricolore italiano, per fare solo qualche esempio. In questa occasione sono stati riprogettati il sistema di illuminazione e il corredo didascalico, e recuperato il retrostante «Giardinetto romantico».
lunedì 28 novembre 2016
venerdì 18 novembre 2016
Museo Civico del Risorgimento
Nel 1884, nell'ambito dell'Esposizione nazionale di Torino, fu realizzata una mostra dedicata al Risorgimento nazionale, alla quale Bologna partecipò con numerosi oggetti e documenti. In quell'occasione, si iniziò a pensare alla istituzione di un Museo del Risorgimento nella città.Qualche anno dopo, all'interno della Esposizione Emiliana del 1888, fu istituito un "Tempio del Risorgimento", che esponeva anche molte delle memorie già viste a Torino. L'esposizione ottenne un grande successo tanto che, alla sua chiusura, il Consiglio Comunale deliberò liistituzione di un Museo permanente, che venne inaugurato il 12 giugno 1893 in una sala al pian terreno del Museo Civico, con materiali in massima parte giunti attraverso donazioni.Come gli altri Musei del Risorgimento, anche quello di Bologna sorse con un duplice intento: da una parte educare il popolo - e particolarmente le giovani generazioni - agli ideali patriottici, dall'altra favorire la ricerca storica sul recente passato e fornire strumenti per il lavoro degli studiosi; la sala espositiva del Museo fu destinata ad adempiere alla prima funzione, mentre la Biblioteca era rivolta prevalentemente agli studiosi.Nel 1915 ai Musei del Risorgimento venne affidato il compito di raccogliere documentazione di quella che veniva definita la "Quarta Guerra di Indipendenza". Analogamente, durante il fascismo, che si proponeva come prosecutore ideale del Risorgimento, vennero raccolti, sebbene con minore determinazione, materiali dell'impresa fiumana, delle guerre coloniali, della guerra di Spagna e della seconda Guerra Mondiale.Chiuso nel 1943, il Museo fu riaperto al pubblico nel 1954; il suo ambito di interesse si estese alla Resistenza, assumendo la nuova denominazione di "Museo civico del primo e secondo Risorgimento".Nel 1962 fu nuovamente chiuso. Nel 1975 venne di nuovo riaperto, con un diverso assetto espositivo: al "museo-sacrario", affastellato di reliquie, destinato a suscitare "commozione e reverenza" nel visitatore, si sostituì un Museo rivolto particolarmente alle scolaresche.Nel 1990 il Museo, affiancato dai depositi dei materiali museali, dalle strutture didattiche e dal laboratorio di restauro, venne trasferito alla nuova - ed attuale - sede di Casa Carducci. Nell'occasione, venne realizzato un nuovo percorso espositivo che partendo dalla Rivoluzione Francese giunge alla prima Guerra mondiale, tornando in tal modo alle origini, e stesso tempo alla denominazione di "Museo Civico del Risorgimento".
giovedì 10 novembre 2016
Il Museo "Luigi Musini"
- Il Museo, allestito nel 1989 all'interno dell'ex Palazzo storico delle Orsoline di Fidenza, è stato intitolato a Luigi Musini (1843-1903), garibaldino locale e secondo deputato socialista del parlamento del Regno d'Italia. Il materiale esposto - cimeli bellici, manifesti, lettere, fotografie, stampe, incisioni, statue, litografie e oggetti vari - è tratto per la quasi totalità dalla collezione di suo figlio Nullo e di altri cittadini di Fidenza; vista la sua natura e provenienza, i criteri di allestimento non hanno tentato di ricostruire puntualmente la vita della città dai primi del XIX secolo alla fine della seconda guerra mondiale ma, in questo lungo arco di tempo, hanno privilegiato alcuni momenti di particolare rilievo.I vari settori nei quali il museo si articola obbediscono dunque a due criteri di ordinamento, cronologico e tematico: oltre a ripercorrere alcune tappe della vita fidentina e nazionale - l'epoca napoleonica, il governo di Maria Luigia, i Borbone, il Risorgimento, gli anni di Umberto I, la Grande guerra, il Fascismo e le sue guerre e la Resistenza - sono sviluppati alcuni temi monografici come le figure di Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Verdi e Luigi Musini.