lunedì 21 dicembre 2009

Balbo Cesare


Balbo Cesare (1789-1853). Pensatore e uomo politico italiano. Esponente del moderatismo cattolico in epoca risorgimentale, è uno sei maggiori interpreti di un cattolicesimo liberale e costituzionale (cattolicesimo politico), imperniato sul progetto di edificazione di una “civiltà cristiana” capace di confrontarsi con le sfide della modernità. Pur individuando nel papato un elemento centrale nella “missione d’Italia”, si contrappone allo schema intransigente dominante nella Chiesa del suo tempo.

Le opere politiche

Benché le sue opere politiche, tra le quali spiccano le Lettere di politica e letteratura (1855) e Della monarchia rappresentativa, conservino tracce di un reazionarismo romantico, esse sono per lo più caratterizzate dal tentativo di coniugare il cattolicesimo con le tendenze liberali e nazionali proprie della sua epoca e di leggere il progresso materiale e l’affermazione degli interessi individuali quali vie di affermazione della Provvidenza. La sua dottrina politica, maturata nella prospettiva di un processo di riunificazione italiana a egemonia piemontese, contrappone l’evoluzione riformista, l’unica consona a una civiltà avanzata, alla rottura rivoluzionaria.

Il pluralismo

Caratteristica è la sua concezione moderata del pluralismo, fondata sul principio della legalità e contrapposta tanto al giacobinismo quanto al reazionarismo. Su tali basi Balbo postula l’emarginazione delle ‘estreme’ e l’affermazione di una sana dialettica politica entro le istituzioni rappresentative tra i settori moderati del conservatorismo e del progressismo. Entro il quadro di questo pluralismo fondato su un bipolarismo moderato, rispondente alla semplicità del modello rappresentativo inglese, e dunque sul predominio di due grandi partiti costituzionali, rinnega ogni ipotesi centrista, vedendo in essa un fattore di ambiguità e un veicolo di opportunismo politico









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