lunedì 21 dicembre 2009

Inno dI Garibaldi

Si scopron le tombe, si levano i morti,



I martiri nostri son tutti risorti!


Le spade nel pugno, gli allori alle chiome


La fiamma ed il nome d'Italia sul cor !


Veniamo! Veniamo! su, o giovani schiere,


Su al vento per tutto le nostre bandiere!


Su tutti col ferro, su tutti col foco,


Su tutti col foco d'Italia nel cor.


Va fuori d'Italia, va fuori ch'è l'ora,


Va fuori d'Italia, va fuori, o stranier.






La terra dei fiori, dei suoni e dei carmi


Ritorni qual era la terra dell'armi!


Di cento catene le avvinser la mano,


Ma ancor di Legnano sa i ferri brandir.


Bastone tedesco l'Italia non doma.


Non crescon al giogo le stirpi di Roma:


Più Italia non vuole stranieri e tiranni,


Già troppi son gli anni che dura il servir.


Va fuori d'Italia, va fuori ch'è l'ora,


Va fuori d'Italia, va fuori, o stranier.






Le case d'Italia, son fatte per noi,


E là sul Danubio la casa dei tuoi


Tu i campi ci guasti, tu il pane c'involi.


I nostri figliuoli per noi li vogliam.


Son l'Alpi e i due mari d'Italia i confini,


Col carro di fuoco rompiam gli Appennini:


Distrutto ogni segno di vecchia frontiera,


La nostra bandiera per tutto innalziam.


Va fuori d'Italia, va fuori ch'è l'ora,


Va fuori d'Italia, va fuori, o stranier.






Sian mute le lingue, sian pronte le braccia:


Soltanto al nemico volgiamo la faccia,


E tosto oltre i monti n'andrà lo straniero,


Se tutta un pensiero l'Italia sarà.


Non basta il trionfo di barbare spoglie,


Si chiudan ai ladri d'Italia le soglie:


Le genti d'Italia son tutte una sola,


Son tutte una sola le cento città.


Va fuori d'Italia, va fuori ch'è l'ora,


Va fuori d'Italia, va fuori, o stranier


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