lunedì 21 dicembre 2009

La fine della repubblica romana


La discussione generale iniziò il 16 giugno. L'Assemblea si era trasferita in Carnpidoglio perché vi erano pericoli di crolli nel palazzo della Cancelleria a causa dei cannoneggiamenti francesi. Il dibattito continuò nelle due sedute successive del 17 e 18 giugno. Parlarono, soprattutto sulle modifiche introdotte nel progetto, Mariani, Lizabe-Ruffoni, Bonaparte, Filopanti, Agostini, Ballanti, Senesi, Arduini, Cernuschi, Mattioli Agostino, Cannonieri, alcuni di questi più volte. Il 20 giugno furono annunciati gli “ammendamenti” presentati da Bonaparte (che riscriveva praticamente tutta la costituzione, Ballanti e Grillenzoni (pur essi di vasta portata), Ceniuschi, Arduini e altri, Salvatori Braccio, Mariani. Arduini, Filopanti e Annellini Virginio. Il 24 giugno sotto la presidenza del vice presidente Allocatelli (Saliceti svolgeva le sue funzioni di relatore) ebbe inizio la discussione e la votazione degli articoli: furono approvati i primi quattro paragrafi. La seduta del 25 giugno fu tutta dedicata al paragrafo V, quella del 26 al paragrafo VI e all'inizio della discussione del VII. Il 27 tenninò la discussione del paragrafo VII che fu votato insieme all'Vlll. Il 28 furono discussi e votati gli articoli dall'1 al 7 e iniziò la discussione dell'art. 8. Il 29 terminò la discussione dell'art. 8 e furono discussi e approvati i successivi articoli fino al 15. Va detto a questo punto che i resoconti ufficiali delle sedute dell'Assemblea (pubblicati anche come giornale periodico) terminano con la seduta del 27 giugno. Nelle ricerche effettuate per l'edizione delle “assemblee del Risorgimento” curata dalla Camera dei deputati nel 1911 in occasione del cinquantenario dell'unità, sono stati reperiti e pubblicati i fogli ufficiali contenenti i resoconti delle sedute del 27 giugno (parte finale), 28, 29 e 30. Quest'ultima incompleta. Nella parte esistente l'Assemblea vota quasi senza discussione gli articoli della Costituzione dal 15 fino al 60. Il resoconto si interrompe bruscamente all'art. 60 con l'inizio di un intervento di Canpello (ministro della guerra fino al rimpasto ministeriale dell'8 marzo) che illustra un suo emendamento. Com'è noto nella seduta del 30 giugno dopo l'esposizione e la proposta di Mazzini e l'intervento drammatico di Garibaldi, l'Assemblea votò l'ordine dei giorno Cernuschi: “l'Assemblea costituente romana cessa una difesa divenuta impossibile e sta al suo posto”.

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