lunedì 21 dicembre 2009

Luigi Carlo Farini


Luigi Carlo Farini nasce a Russi, vicino a Ravenna, il 22 Ottobre 1812, da una famiglia di patrioti, il padre era podestà di Russi, e muore a Quarto il 1 Agosto 1866. Dopo aver completato con successo il corso di studi in medicina all'università di Bologna, interrutto solo momentaneamente per prendere parte ai moti rivoluzionari del 1831, si esercitò come medico a Russi e Ravenna. Acquisì una considerevole reputazione, ma nel 1843 le sue idee politiche lo portarono ad essere sospettato dalla polizia ed espulso dallo Stato Papale. Successivamente andò a vivere a Firenze e Parigi, e viaggiò in Europa come medico privato per il principe Jerome Bonaparte, ma quando Pio IX venne eletto papa e iniziò il suo regno con tendenze apparentemente liberali e nazionaliste, Farini ritornò in Italia e venne nominato segretario generale di G. Recchi, ministro degli interni (Marzo 1848). Mantenne questa posizione solo per circa un mese, poiché come tutti gli altri italiani liberali disapprovava il cambiamento di idea del papa che si rifiutava di far combattere le sue truppe contro l'Austria, e rassegnò le proprie dimissioni con il resto dei ministri il 29 aprile. Pio IX, desideroso di reagire agli effetti di questa sua politica, mandò Farini da Carlo Alberto, re di Sardegna, per consegnargli il comando del contingente papale. Eletto membro del parlamento per Faenza, venne di nuovo nominato segretario del ministro degli interni nel gabinetto di Mamiani, e più tardi direttore generale del dipartimento di salute pubblica. Si dimise dall'ufficio alla proclamazione della repubblica dopo il viaggio del papa a Gaeta nel 1849; ricoprì di nuovo la carica per un breve periodo quando Pio IX tornò a Roma grazie alla protezione dell'esercito francese, ma quando venne istituita una politica reazionaria e religiosa, se ne andò in esilio e prese residenza a Torino. Qui si convinse che solo attraverso la famiglia dei Savoia l'Italia poteva essere liberata, e espose queste sue vedute a Cavour attraverso il suo scritto "Il Risorgimento, La Frusta e il Piemonte". Scrisse anche un opera storica, "Lo Stab Romano", dal 1815 al 1850, in quattro volumi (Torino, 1850). Nel 1851 venne nominato ministro della pubblica istruzione nel gabinetto di Massimo D'Azeglio, carica che tenne fino a Maggio 1852. Come membro del parlamento Sardo e come giornalista, Farini fu uno dei più accaniti sostenitori di Cavour, e appoggiò decisamente la proposta che il Piemonte dovesse partecipare alla guerra di Crimea. Nel 1856 e 1857 pubblicò due lettere indirizzate a Mr Gladstone sulla situazione italiana, che crearono clamore, mentre continuò a diffondere i suoi pensieri sulla stampa italiana. Quando allo scoppio della guerra del 1859 Francis V., duca di Modena, venne espulso an venne istituito il governo provvisorio, Farini venne mandato come commissario piemontese in quella città; ma benché richiamato dopo la pace di Villafranca, egli era convinto della necessità dell'annessione dell'Italia centrale al Piemonte e restò lì, diventando un cittadino modenese e dittatore dello stato. Negoziò un alleanza con Parma, Romagna e Toscana, quando anche gli altri governi provvisori vennero istituiti, affidò il compito di organizzare un esercito per la lega dell'Italia centrale al generale Fanti. Essendo stata votata l'annessione al Piemonte con un plebiscito, ed essendo stata sconfitta l'opposizione di Napoleone III, Farini ritornò a Torino, quando il re gli conferì l'ordine dell'Annunziata e Cavour venne nominato ministro degli intenri (Giugno 1860), e successivamente vicere di Napoli; ma presto si dimise a causa di una malattia. Cavour morì nel 1861, e gli anni seguenti, Farini succedette a Rattazzi come premier portando avanti la politica di Cavour. Un eccessivo sforzo, comunque, lo portò a soffrire di una malattia mentale, che lo obbligò a lasciare il suo incarico il 24 maggio 1863. La malattia lo portò alla morte il 1 agosto 1866. Venne seppellito a Torino, ma le 1878 le sue spoglie vennero portate nella sua città natale di Russi. Suo figlio Domenico Farini ebbe una brillante carriera politica e venne nominato presidente della camera. Tra il 9 Dicembre 1862 e il 24 Marzo 1863 diviene capo del Governo, ma pochi anni dopo venne colpito da una grave malattia mentale che lo costringe a vita privata.







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