giovedì 24 marzo 2011

Il pensiero politico di Mazzini

Giuseppe Mazzini è un nome noto a chiunque in Italia abbia frequentato le scuole dell’obbligo. Il suo nome è associato al Risorgimento italiano, anzi è il Risorgimento italiano. Come sempre, tutto ciò che è scolastico viene penalizzato dalla costrizione e dalla mancanza di spontaneità ed autonomo interesse dello scolaro, i cui curricula sono spesso pesanti bardature che cadono quando viene meno la pressione pedagogica. L’idea di Risorgimento, di unificazione nazionale, che ci eravamo tutti formata aveva perlomeno chiare coordinate storiche e mentali: l’insieme di stati autonomi in cui era divisa la geografia politica della Penisola si uniscono per dare vita ad un unico grande stato che era l’Itale e l’Italia di tutti gli italiani, dal nord al sud. Non fu dunque una conquista coloniale di uno Stato a danno di altri stati, ma un convinto processo unitario, dove nessuna parte d’Italia restava mortificata. Dunque l’idea di Risorgimento era in primo luogo indigena, autoctona, costituente. Niente a che vedere con una qualsiasi idea o concetto di conquista, di oppressione, di sterminio, di pulizia etnica. Eppure, autorevolemente ed istitzionalmente, ci capita di vedere associato il nome di Mazzini e l’idea di Risorgimento ad un mostro politico che porta il nome di sionismo. Nella parte che abbiamo finora esplorato dell’Opera omnia di Mazzini trova conferma il nostro giudizio di assoluta arbitrarietà ed infondatezza dell’operazione che gruppi politici certamente illiberali pensano di poter impunemente condurre. L’opera di Mazzini consta di più di 100 volumi finora editi e non è certo agevole leggerli tutti. Avevano pensato di pubblicarli in rete con un nostro commento. Ma ci rendiamo conto che è un lavoro insostenibile per una sola persona. Optiamo per un progetto più limitato, all’interno di questo blog intitolato “Spigolature storiche”, dove l’interesse per una rivisitazione dell’opera di Giuseppe Mazzini è si occasionato da un intento polemico, ma non ne è condizionato e soprattutto ci consente di cogliere una più ampia opportunità di rivisitare, non più scolasticamente, l’intero Risorgimento italiano e il processo di unificazione politica dell’Italia dal primo impatto con la Rivoluzione francese fino ai giorni nostri. L’edizione a cui facciamo riferimento ed a cui attingiamo è l’Edizione nazionale degli “Scritti editi ed inediti”, iniziata nel 1906 e dopo un secolo giunta al 100° volume ed oltre. Supponiamo che per i testi di Mazzini non ci sia nessun copyright e siano testi di pubblico dominio. Ad ogni buon conto e per cautela soppriremo tutte le note e i commenti dei curatori dell’Edizione nazionali, sostituendoli, se ci parrà in caso con nostri propri commenti. Procederemo secondo un piano e questa sarà la pagina di unione dei numerosi post previsti. Post distinti ed autonomi saranno dedicati ai personaggi che certamente verranno fuori numerosi dalla diretta lettura del testo mazziniano.

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