domenica 8 maggio 2011

L'Ultima battaglia dei Mille(1 Ottobre 1860)

Alle ore 13 Garibaldi lascia Sant’Angelo per tornare a Santa Maria, ormai convinto della vittoria. In piedi, sulla linea del fuoco dello stradone verso Sant’Angelo, mangia un intero cesto di fichi e qualche biscotto inglese che gli ha portato Jessie White. I borbonici sono penetrati nella linea garibaldina per molti chilometri lungo le pendici del Tifata, dividendo la divisione di Santa Maria da quella di Sant’Angelo. La compagnia francese, rimasta isolata, continua a resistere dall’alba nella Masseria della Valle. Garibaldi impiega un’ora per tornare a Santa Maria. Appena giunto decide la mossa finale: richiamare su Santa Maria tutta la riserva rimasta, 3000 uomini, con Türr e Rüstow. Il trasferimento avviene in pochi minuti utilizzando la ferrovia, che si rivela il mezzo di trasporto decisivo per lo svolgimento della giornata. La brigata De Giorgis sale sui vagoni, mentre la brigata Eber si mette in marcia. Nella brigata Eber Garibaldi incontra sei marinai inglesi della fregata Hannibal, in libera uscita, che gli chiedono un fucile per combattere. Divisi in due contingenti, 1500 uomini vanno verso Sant’Angelo e prendono alle spalle i borbonici; 1500 verso la sinistra garibaldina tagliano la ritirata dei nemici verso Capua.


Il contrattacco garibaldino

I soldati borbonici continuano a cercare lo sfondamento. Alle 13,30 il generale Luigi Tabacchi cerca di conquistare porta Capuana. Alle ore 15,00 Garibaldi assume il comando della riserva. Lo schieramento del contrattacco da Santa Maria viene così ordinato da Garibaldi: a ovest Türr comanda la brigata Eber all’attacco sulla strada per Capua, con il 1° reggimento Bassini e il battaglione bersaglieri Tanara; verso nord-ovest con la brigata De Giorgis e uno squadro- ne di cavalleria ungherese comandati da Figydmesy; verso Nord, a riconquista dello stradone, Sirtori comanda elementi della brigata Eber con il 12° reggimento Cossovich, la compagnia Wolf e la legione ungherese guidata dal tenente colonnello Adolfo Magiarody e i calabresi di Pace. In quel momento, mentre parte il contrattacco garibaldino, i borbonici tentano un’azione per circondare i volontari a San Prisco, venendo respinti. La brigata Marulli comincia ad arretrare verso i Cappuccini e viene coperta in ritirata dal 9° reggimento fanteria del colonnello Landi.

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