La prima scintilla dei Moti, divampò in Nola nella notte tra il 1 e 2 luglio 1820 (giorno della ricorrenza di San Teobaldo, protettore dei Carbonari).
L'Abate Minichini, insieme al tenente Michele Morelli di 30 anni, originario di Monteleone Galasso (nei pressi di Foggia) ed al tenente Giuseppe Silvati di Napoli, entrambi appartenenti al Real Borbone Cavalleria di stanza a Nola, si misero a Capo del movimento insurrezionale, con altri 20 congiurati, ed al grido di: Dio - Re - Costituzione, sventolando la Bandiera Carbonara, rosso, azzurro, e nera, il tricolore apparve in un secondo momento, iniziarono la loro marcia.Lo storico Michele Manfredi così descrive i primi passi dell'inserruzione: "…Luigi Minichini, gli occhiali e l'abito talare, armato di schioppo, montante un cavallo bianco, andava gridando "Viva paesani, allegri!". Da Casamarciano, attraverso un sentiero campestre sboccarono nella strada della Schiava, dove s'incontrarono con circa 12 uomini di Visciano; a Sperone la truppa s'ingrossò soltanto del distaccamento che era in Avella, guidati dal sergente Altomare…". Ma la rivolta non ebbe effetti previsti dagli organizzatori , la popolazione in special modo, rimase quasi indifferente, rispondendo in modo fiacco all'appello rivoltogli. Il 7 luglio il Re Ferdinando IV concedeva la Costituzione (di Spagna) al Regno delle Due Sicilie ed il Movimento Rivoluzionario falliva e mentre il Minichini lasciava Napoli nel marzo del 1821, diretto a Barcellona, Morelli e Silvati, dopo drammatiche peripezie, venivano uccisi in oscure circostanze.
Elenco dei 21 congiurati che partirono da Nola, nella notte tra il 1 e 2 luglio 1820: Luigi Minichini da Nola, sacerdote; Domenico Gentile da Nola; Antonio Montano da Napoli, caffettiere; Camillo Sepe da Nola, farmacista; Giovanni Rossi da Nola, studente; Giuseppe Papa da Santa Maria a Vico, scrivano; Arcangelo De Simone, caporale degli Armigeri; Carlo Molinaro, armigero; Giuseppe Sallustro da San Giovanni a Teduccio, commerciante; Giovanni Siciliano, armiere; Raffaele Raiola, bettoliere; Mario Caruso, industriale; Cristoforo Balsamo, sarto; ed ancora: Luigi Del Vecchio ed Aniello Giugliano, da Pozzo Ceravolo; Michele Giugliano, da Piazzolla di Nola, benestante; i Massari: Vincenzo Girolamo, Michele Chiappetta e Gaetano Giannone, tutti da Piazzolla di Nola, oltre a Francesco Pesce, negoziante di Nola ed Andrea Rosati, proprietario, da Saviano.
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