Il Corpo dei Bersaglieri nasce ufficialmente, in forza di un Regio Viglietto, il 18 giugno 1836 ed ha il suo "battesimo del fuoco" l'8 aprile 1848 nella battaglia di Goito durante la Prima Guerra d'Indipendenza.
Da lì in poi la battaglia della Cernaia e, quindi, il 20 settembre 1870, allorché le colonne d'attacco del Regio Esercito Italiano, con in testa i Bersaglieri, irrompono attraverso la Breccia di Porta Pia e travolgono gli Zuavi Pontifici.L'ideatore del Museo fu l'Ispettore dei Bersaglieri Edoardo Testafochi; la raccolta dei cimeli fu poi portata avanti dal suo successore, generale Bruti, fino al 1895, data di soppressione dell'Ispettorato.
l'opera del riordino dei cimeli fu continuata dal Comandante del 3° Reggimento, colonnello Butturini, dal 1902 al 1907, configurandoli in apposito Ente.Il Museo Storico dei Bersaglieri venne inaugurato dal re Vittorio Emanuele III il 18 giugno 1904, presso la Caserma "La Marmora" in Trastevere. Un momento significativo dei primi passi del Museo si ebbe quando, già riconosciuto con Regio Decreto del 16 maggio 1909, riscosse l'onore di custodire le decorazioni al valore collettivo guadagnate dai reparti Bersaglieri.Ai cimeli raccolti dai Reggimenti si aggiunsero quelli della Società di Mutuo Soccorso tra Bersaglieri, che costituiva il primo nucleo dell'Associazione d'Arma, poi inaugurata nel 1925.Il Museo, assurto nel frattempo al rango di Ente morale con il Regio Decreto del 27 dicembre 1921, venne trasferito - per una intuizione del Commissario Straordinario, generale Martinengo di Villagana - nei locali di Porta Pia. Il Comune di Roma mise a disposizione i locali nel 1931 e il 18 settembre 1932 avvenne l'inaugurazione, in concomitanza con quella del monumento al Bersagliere nella piazza antistante.Passando sotto il grande arco della Porta esterna del Vespignani si entra nel cortile interno del Museo ove sono collocatii busti in bronzo dei più illustri rappresentanti del Corpo, unitamente al monumento ad Enrico Toti, il più romano tra i bersaglieri, volontario per vocazione.Dal lato nord del cortile si accede ai locali interni in cui sono esposti i cimeli ed i ricordi relativi alla istituzione e all'evoluzione del Corpo, seguento il filo logico delle vicende alle quali parteciparono reparti di bersaglieri. Al piano terreno sono ubicati: la saletta La Marmora, il Salone d'Onore ed il Sacrario. Nella saletta La Marmora, sotto il busto del Fondatore, sono esposte due carabine, con fiaschetta per polvere a misurazione automatica per il rapido caricamento, da lui ideate prima del 1836; uno dei due modelli fu adottato nel 1839 quale armamento base per i primi reparti di bersaglieri. Nel Salone d'Onore tra i diversi prezioni cimeli c'è la Proposizione originale, uno scritto di pugno da La Marmora per ottenere dal re Carlo Alberto la costituzione del Corpo, documento che è alla radice di tutta la sua successiva e gloriosa vicenda. Il pianterreno si conclude con il Sacrario dedicato agli oltre centomila Caduti per la Patria; la Sala, al cui centro è esposta la sciabola che La Marmora impugnò l'8 aprile 1848 a Goito, ha nella parete di fronte un ritratto ad olio del Fondatore affiancato da due grandi teche contenenti le medaglie al valore collettivo assegnate ai reparti bersaglieri dal 1848 ad oggi.Nei locali del primo piano sono esposti i cimeli, le documentazioni ed i ricordi relativi alle campagne del Risorgimento, dal 1848 al 1866, taluni di estremo interesse storico e documentario, quali uniformi, armi da fuoco e armi bianche personali fino ai ricordi delle campagne contro il brigantaggio nelle province meridionali dopo il 1860.Il piano superiore del lato sud dell'edificio è dedicato, con le sue tre ampie sale, alle campagne coloniali, dal primo sbarco dei bersaglieri a Massaua, il 5 febbraio 1885, ai combattimenti di Agordat (1890 e 1893) e di Cassala (1894), alla battaglia di Adua (1896), alla spedizione in Cina (1900), alle operazioni per la conquista di Libia e del Dodecanneso (1911 - 1913), alla conquista dell'Africa Orientale (1935 - 1936). Il piano inferiore, primo piano del lato sud, è dedicato alla 1^ Guerra Mondiale (1915 - 1918): targhe, fotografie, gagliardetti di reparto, statue celebrative, ritratti e medaglieri di comandanti e bersaglieri semplici, armi italiane ed austriache e, tra queste, la mitragliatrice che falciò, alle ore 16 del 4 novembre 1918 al Quadrivio di Paradiso, il diciannovenne sottotenente Alberto Riva di Villasanta ed i suoi bersaglieri, ultimi Caduti della guerra.Alla 2^ Guerra Mondiale (1940 - 1945) è dedicato il pianterreno del lato sud. Sono qui raccolti ed esposti i cimeli e gli oggetti relativi ai numerosi teatri operativi nei quali i bersaglieri combatterono con tanto valore e sacrificio nella buona e nella avversa fortuna.Il Museo affianca, alle sue strutture espositive, una biblioteca ed un archivio storico, i quali detengono rispettivametne volumi ed opuscoli rari e di edizione esaurita e documenti originali di coloro i quali militarono, in anni lontani, nel Corpo, che ci tramandano la testimonianza dello spirito, delle modalità di addestramento e dell'impiego dei suoi primi reparti.Porta Pia è una delle vie di accesso ricavata sulle antiche mura Aureliane, le mura urbane del periodo classico. Esse sono un capolavoro di architettura militare, avviato dall'imperatore Aureliano nell'anno 271, rimasto in efficienza grazie alla cura costante dei papi per ben sedici secoli. Percorrendo le mura lungo il Corso d'Italia si giunge a Porta Pinciana e di lì a Villa Borghese.
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