Il primo forte scossone all’assetto politico europeo, stabilito nel Congresso di Vienna, fu dato dai moti rivoluzionari del 1820.Il 1° Gennaio 1820 nel porto di Cadice l’esercito spagnolo in partenza per sedare le rivolte che insanguinavano il Sud America si ammutinarono. Ben presto altri reparti si unirono all’insurrezione e il re fu costretto a concedere la costituzione liberale del 1812. Nell’Estate dello stesso anno i moti si estesero al Portogallo, dove fu concessa la costituzione liberale, al Regno di Napoli e in Sicilia.
Ma se a Napoli furono, come in Spagna guidati e organizzati dai militari e dalle società segrete in Sicilia la partecipazione popolare fu determinante. La massa inferocita decapitò i principi Cattolica e Jaci.
La rivolta siciliana aveva però carattere fortemente indipendentista, così il regno di Napoli inviò un corpo di spedizione militare che sedò la rivolta in pochi giorni.In Piemonte i moti iniziarono nel Marzo 1821, quando alcuni reparti militari si ammutinarono e costrinsero il re ad abdicare. La reggenza fu presa da Carlo Alberto che in un primo momento sembrò voler favorire la rivolta e concedere una costituzione liberale, ma venne ben presto ripreso da Carlo Felice unendosi alle truppe austriache che sconfissero a Novara i rivoluzionari guidati dal conte Santarosa.L’Austria ristabilì l’ordine anche nel Regno di Napoli, mentre della rivolta spagnola si occupò la Francia riportando l’ordine nell’ottobre 1823. In Portogallo fu il re stesso a reprimere i rivoltosi e a riportare l’ordine.L’esperimento rivoluzionario aveva fallito, ma ben presto i liberali di tutta Europa avrebbero ripreso coraggio dagli avvenimenti dell’indipendenza greca.
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