sabato 11 febbraio 2012

LA SCOMPARSA DI MARIA ROSARIA DE STEFANO NATOLI


La notizia della morte di Maria Rosaria De Stefano Natoli, poliedrica artista e figlia dell’On Salvatore Natoli Sciacca, avvenuta qualche giorno addietro a Messina,  ha profondamente addolorato quanti hanno avuto la fortuna di conoscerla ed apprezzarne le doti culturali ma anche umane. Era nata a Reggio Calabria e si laureò in Lettere e Filosofia presso l’Università degli Studi di Messina. Quindi la specializzazione a Firenze, in Restauro e Conservazione. Si occupò di molteplici argomenti e studi, scrisse articoli e nel 2010 diede alle stampe un bellissimo libro dal titolo eloquente “LA NAZIONE CHE NON FU”, scritto a quattro mani col l’On. Salvatore Natoli Sciacca, sul tema scottante della nascita della nostra Italia, con la Sicilia che, a suo dire, fu praticamente conquistata. Una microstoria taciuta per tanti anni e che con il suo certosino lavoro di ricerca insieme al padre, ha portato alla luce. E l’impegno meridionalista è continuato anche di recente, come testimoniato dal suo ultimissimo articolo dedicato al “Movimenti dei Forconi”, che potete leggere qui di seguito.
Tutta l’equipe dell’Associazione Culturale Sindacale e Sportiva “Giuseppe Garibaldi” partecipa al lutto delle famiglie De Stefano/Natoli Sciacca.
IL PRESIDENTE
C.Cicero

 “Il Movimento dei Forconi” .
“Entro la mezzanotte di oggi (venerdì 20) gli autotrasportatori dell’Aias dovranno decidersi a sciogliere i blocchi per consentire il rifornimento di carburante e generi di prima necessità, ormai introvabili in tutta l’isola. In caso contrario interverranno le forze dell’ordine.
D’altra parte, ciò non significa che questa “rivoluzione” made in Sicily terminerà all’ improvviso: il coordinamento di Forza D’ Urto ha annunciato di voler continuare a tutti i costi la sua lotta, con modi e tempi ancora tutti da decidere. Ma gli animi sono tutt’altro che distesi e la tensione è ancora alle stelle.
“La protesta non si fermerà in alcun modo – precisa il presidente Aias Giuseppe Richichi – siamo pronti ad affrontarne le conseguenze. Fino ad ora abbiamo avuto delle risposte insoddisfacenti, non c’è alternativa allo sciopero ad oltranza”.
Non è la prima volta che nella Storia della Sicilia si verificano “sommosse”  che rivendicano diritti sacrosanti, diritti previsti dallo Statuto Autonomista ma che per insipienza e servaggio politico  di una classe dirigente occupata a salvaguardare le miserabili sicurezze da accattoni ,quando non a sostenere poteri occulti  cui la Sicilia risolta non serve , non vengono esercitati.
L’ultima “rivoluzione” del  1800, quella dei Fasci Siciliani un movimento che chiede  riforme,  fiscali ed un  radicale mutamento  nell’ambito agrario è stata un tentativo di riscatto di una classe sociale che prende coscienza di essere classe produttiva.. I fasci dei lavoratori siciliani sono stati l’ultima battaglia di un secolo  già teatro sia di una primavera dei popoli, sia di sanguinose e aspre repressioni.
I fasci dei lavoratori preoccupano  molto i grandi proprietari terrieri ,che in quella occasione chiedono a Crispi un intervento straordinario per soffocare le iniziative di quanti  protestano per avere “migliori condizioni salariali e nuovi patti colonici In questo contesto ,l’allora, Presidente del Consiglio Francesco Crispi. siciliano, ex garibaldino,patriota e rivoluzionario, ascolta le sole istanze dei possidenti, ed adotta la linea dura con un intervento militare.
I Fasci Siciliani del  1891 e il Movimento dei Forconi nel 2012  hanno più di qualcosa in comune  come un ricorso storico , suggeriscono ,piuttosto,una lectio da imparare:la Rivoluzione non può essere un atto di passione  impulsivo ed estemporaneo  deve essere un’azione meditata e non  iniziata a margine di un bisogno ancorché sacrosanto : I Movimenti di lotta  devono esplicarsi per obbligare Roma a perfezionare  lo Statuto , il solo strumento che attuato in ogni parte consentirà il riscatto dei Siciliani liberi, oltre questo c’è solo arbitrio, il cui esito può essere soltanto la repressione soffocata nel sangue e ancora una volta sarà il sangue dei Siciliani ad essere versato nelle strade.Non mi piace l’aria di sufficienza di Bruno Vespa né quella di un tale con la faccia da Guercio che ieri sera mentre i siciliani del movimento dei Forconi , tentavano di intervenire e spiegare le ragioni del blocco , ridacchiavano con un fare insopportabile..Mi rendo conto che i Siciliani in questione,  non abituati ai riflettori e ai microfoni ,avessero difficoltà di comunicazione e il portavoce del Movimento poteva risparmiarsi l’ironia ecologista , ma si sa che i siciliani sono ironici  e parlano pochissimo, sono riservati e per molti versi sono  poco comunicativi, ma non mi piace che gente serva del potere salga in cattedra e disprezzi i contenuti perché non confezionati in bella forma.Le istanze rivendicate dai Siciliani sono giustissime, non capiamo perché in Val D’Aosta la benzina costi meno che in Sicilia , non comprendiamo perché le politiche europee privilegino il nocciolo turco invece che siciliano, perché limitino le estensioni di coltura del grano e per il nostro fabbisogno dobbiamo comprare il grano canadese. Ho letto su vari quotidiani che il Presidente siciliano di Confindustria sarebbe preoccupato  per eventuali infiltrazioni mafiose :i peggiori nemici dei Siciliani liberi sono i Siciliani servi dei poteri politici centrali, occorrerebbe ricordare a questo signore e ad altri della sua specie che loro sono coloro cui pecunia non olet… a buon intenditor..Siamo stufi  che gente di sangue siciliano remi contro il proprio popolo e contro il proprio epos.
E’ la storia di sempre i siciliani che si ribellano sono sempre mafiosi e briganti mentre gli altri sono combattenti e rivoluzionari.
Maria Rosaria De Stefano Natoli

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