giovedì 15 marzo 2012

Correnti Cesare


Milano, 1815 – Meina (Novara), 1888
 A Pavia, dove si laureò nel 1837 in giurisprudenza, conobbe Agostino Depretis, al quale fu strettamente legato per tutta la vita. Attivo nel movimento di opposizione all'Austria, fu il Correnti araccogliere il 17 marzo 1848 gli amici ed a stendere il programma ultimatum, presentato la mattina successiva all'autorità austriaca.Nominato segretario del governo provvisorio, si sforzò di rappresentarvi le richieste democratiche verso la maggioranza moderata, mostrandosi diffidente nei confronti del completo cedimento a Carlo Alberto proposto dagli aristocratici. Dalla fine di marzo ai primi di maggio Correnti però modificò il suo atteggiamento, accogliendo le istanze della maggioranza moderata e stilando, il 12 maggio, il proclama che indiceva il plebiscito per l'annessione della Lombardia al Regno di Sardegna, schierandosi così contro le posizioni di Cattaneo.Dopo il ritorno degli austriaci a Milano, emigrò in Piemonte. In Piemonte oscillò tra l'antico orientamento democratico e l'adesione al nuovo quadro politico sabaudo e cavouriano. Dopo il 1849 si avvicinò alla Sinistra parlamentare, spintovi anche dall'amicizia con Depretis rinsaldata nell'esilio e che nemmeno l'accostamento al Cavour in occasione della guerra di Crimea poté turbare.Nel 1857 fu incaricato da Cavour di intervenire presso Mazzini perché non gli creasse difficoltà con l'organizzazione del moto di Genova e in Parlamento si schierò a favore delle leggi eccezionali di polizia in nome dell'esigenza inderogabile di un rigore estremo nel controllo dell'ordine pubblico per non vanificare i risultati dell'azione politica e diplomatica in corso. Nonostante tutto, i rapporti tra Cavour e Correnti rimasero segnati da una profonda diffidenza.Al centro stava il problema dell'integrazione della Lombardia nel nuovo contesto politico territoriale del regno sabaudo. Correnti esprimeva la preoccupazione dei lombardi di veder snaturate le loro istituzioni, e nell'articolo Finis Longobardiae, pubblicato il 12 gennaio 1860 dal giornale moderato milanese «La Perseveranza», respingeva i criteri di rigido accentramento proposti da Cavour.Deputato nel Parlamento italiano fino al 1886, Correnti mantenne una posizione indipendente rispetto alla Destra e inclinò sempre ad accostarsi al Centrosinistra, finché, nel 1876 avrebbe giocato un ruolo importante nella cosiddetta rivoluzione parlamentare che doveva segnare il tramonto della Destra storica e l'affermazione di Agostino Depretis (fu lui a preparare il famoso discorso di Stradella, in cui Depretis spiegava il suo programma di governo). Alla fine del 1869 fu nominato ministro dell'Istruzione pubblica (lo era già stato per breve tempo nel 1867), prendendo iniziative di notevole importanza.Fu fautore della scuola elementare obbligatoria e gratuita, mentre concepì la scuola secondaria su basi differenti da quelle su cui l'aveva posta la legge Casati nel 1859, con il primato assegnato agli studi classici. Per l'istruzione universitaria, prevedeva una riduzione delle facoltà ma un potenziamento di quelle che sarebbero rimaste sul piano delle attrezzature scientifiche e sperimentali.Fu fieramente laico e questo determinò forti tensioni proprio sul terreno della politica scolastica che portarono alle sue dimissioni e alla caduta del governo. Negli ultimi anni della vita, perorò la causa del colonialismo italiano e la presenza in Africa del nuovo Stato. Nel 1929 la salma fu trasportata nel famedio del cimitero monumentale di Milano.

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