(Palermo, 1822 – ivi, 1863) Esercitò come il padre il mestiere di calafato. Quasi sprovvisto d'istruzione, fu tra i più tipici esponenti popolari della rivoluzione siciliana del 1848-1849: si distinse, a Palermo, nella giornata del 16 gennaio e nella successiva espugnazione del Castello a mare, ultimo presidio borbonico in città.Esule, nel 1860, insieme con Rosolino Pilo, tornò in Sicilia ravvivando l'insurrezione già scoppiata qua e là; dopo l'arrivo di Garibaldi, partecipò all'intera campagna meridionale.Colonnello nell'esercito regolare, fu ancora con Garibaldi nel 1862: ma, divenuto l'esponente maggiore del partito d'azione a Palermo, fu assassinato, con sospetto di complicità governative.
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