Firenze, 1823 – ivi, 1881
Banchiere e uomo politico. Figlio di un banchiere toscano, fu amico di
infanzia e compagno di studi a Parigi di Luigi Giacomo de Cambray Digny.Mazziniano nei primi anni Quaranta, prese parte alla Rivoluzione del
1848 e partecipò alla difesa di Venezia. Rientrò in famiglia alla fine del 1850
e fu a fianco del padre nella gestione dell'attività finanziaria. In politica
si accostò con sempre maggior convinzione agli ambienti del liberalismo
moderato.Dopo il 1860, deputato al Parlamento italiano, Fenzi svolse un ruolo
importante per l'integrazione del capitalismo finanziario toscano nel nuovo
quadro nazionale. Il 24 settembre de 1872 partecipò, come rappresentante del
banco di famiglia e come grande azionista della Banca generale – istituto
costituitosi in quel periodo e molto attivo nel settore industriale alla
fondazione della Società italiana per l'industria del ferro, di cui fu il più
attivo promotore, e, insieme con la Banca del popolo, diretta da Ubaldino
Peruzzi, e con la Banca generale di Roma, il più grande azionista.Tipico esponente del gruppo moderato toscano, si batté contro
l'indirizzo politico di rigido accentramento amministrativo e fiscale che, per
raggiungere l'obbiettivo del pareggio del bilancio statale, toglieva al
controllo dei comuni entrate di loro tradizionale competenza. Fu eletto
senatore nel febbraio del 1876.