Il piano studiato da Garibaldi prevedeva che un gruppo di marinai al comando di Bixio, si impossessassero delle navi dei Rubattino nel porto di Genova e andasse a prendere i volontari alla foce del Bisagno e sugli scogli di Quarto. I marinai si erano riuniti su una nave abbandonata, il "Giuseppe", in attesa di Bixio. Appena questi arrivò a mezzanotte, tutti insieme remarono fino a dove erano attraccate le navi dei Rubattino. Le ciurme delle navi, quando sentirono che le navi erano destinate a Garibaldi, non opposero resistenza.
Per tutta la notte i mille venivano fuori soli o a gruppi da Porta Pila, la porta orientale di Genova. Alcuni si diressero verso la foce, ma la massa camminò fino a Quarto. Verso le dieci di sera, Garibaldi uscì da Villa Spinola vestito coi suoi pantaloni grigi da marinaio, la camicia rossa, il fazzoletto colorato attorno al collo,il feltro in testa e il poncho argentino sulle spalle. Poco dopo raggiunse la sua barca e si allontanò verso il largo per attendere i piroscafi di Genova.
All'alba si avvistarono le navi dei Ribattino e la spedizione s'imbarcò.
Prima che doppiassero il promontorio di Portofino, avvenne quello che poteva rappresentare un disastroso contrattempo: era stato predisposto che le navi con a bordo le munizioni precedessero le navi che portavano Garibaldi e gli altri, e che fossero fatte salire a bordo all'altezza di Bogliasco; Bixio aveva affidato l'operazione del trasporto delle armi a dei patrioti che dovevano seguire la luce della lanterna di una barca di marinai. Questi marinai neanche dopo mezz'ora spensero la lanterna e scomparvero ne buio della notte. I patrioti non sapendo cosa fare, decisero di remare fino a Genova sperando di incontrare la flotta di Garibaldi.
Garibaldi aveva atteso a bordo del "Piemonte" al largo di Bogliasco le barche col carico di munizioni, poi diede l'ordine di andare avanti sperando che fosse stato il "Lombardo"; che lo precedeva; ad aver preso a bordo le munizioni. Garibaldi scoperse che partiva alla conquista della Sicilia senza munizioni solo quando si fermò a Camogli per far olio. Ma ebbe il presentimento che conveniva proseguire. Ed ebbe ragione perché a Talamone in Toscana il governatore della fortezza gli diede tutte le munizioni di cui aveva bisogno.
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