Francesco Antonio Mazziotti
(Stella (oggi Stella Cilento), 1811 – Napoli, 1878).
Figlio di Pietro. Patriota, prese viva parte alle prime agitazioni del
1848, a Napoli e nel Cilento. Eletto deputato dopo la concessione della
Costituzione, corse il pericolo di essere arrestato dopo il 15 maggio, ma alla
riapertura del Parlamento ebbe parte notevole nei lavori, nelle file della
Sinistra: il 4 febbraio 1848 fu aggredito e ferito. Emigrò a Genova dopo il
trionfo della reazione (1849) e fu condannato a morte in contumacia. Tornò a
Napoli nel 1860, adoperandosi per la pronta annessione al Regno di Vittorio
Emanuele, e fu poi deputato nel 1861-65 e nel 1867-70.
Gerardo Mazziotti
(Celso nel Cilento, 1775 – Napoli, 1854).
Magistrato e patriota.
Simpatizzante del giacobinismo, fuggì all'estero ai primi arresti, ma
presto tornò a Napoli ed ebbe cariche sotto la Repubblica partenopea (1799); fu
magistrato durante il decennio francese e la Restaurazione, ma, eletto deputato
nel 1820, fu arrestato dopo la vittoria dell'assolutismo e costretto a esulare
a Roma, donde poté tornare a Napoli solo nel 1837.
Giovan Battista Mazziotti
(Celso nel Cilento, 1766 – Napoli, 1850).
Patriota. Fu presto attivo propagandista di giacobinismo, ebbe cariche
sotto la Repubblica partenopea e fu perciò deportato (1800); commissario di
polizia durante il decennio francese, durò in carica fino al 1819 e nella
rivoluzione del 1820 si mostrò fautore delle tendenze più esaltate, sicché,
arrestato al sopravvento della reazione, rimase a lungo in prigione e fu poi
(1825) deportato a Favignana per 17 anni.
Nicola Mazziotti
( – Napoli, 1821), Fratello di Gerardo, fu ufficiale durante il
decennio francese e la Restaurazione e prese parte alla rivoluzione del 1820.
Pietro Mazziotti
( – Salerno, 1829), Fratello di Gerardo coprì uffici sotto i francesi e
la Restaurazione, ma nel 1828, accusato di complicità coi rivoltosi del
Cilento, fu arrestato e morì in prigione.