Nominato ministro della Giustizia e degli Affari ecclesiastici il 18 dicembre 1849 per consiglio di Cavour, il conte Giuseppe Siccardi presentò alla Camera il 25 febbraio 1850 un progetto di legge per l'abolizione del privilegio del foro ecclesiastico e dei residui del diritto d'asilo, per la riduzione delle feste religiose, e per l'obbligo dell'autorizzazione governativa all'acquisizione di beni da parte degli ordini ecclesiastici.Il progetto fu poi diviso dalla Camera in tre leggi.La prima legge, che riguardava il foro ecclesiastico e il diritto d'asilo, fu discussa e approvata alla Camera in marzo, dove sollevò un interessante dibattito: agli interventi contrari di Ottavio Thaon di Revel e di Cesare Balbo, che affermarono l'opportunità di portare avanti trattative con Roma, si contrapposero i principali esponenti della Sinistra, del Centrosinistra, e dei moderati.Lo stesso Cavour pronunciò in quell'occasione un discorso di grande successo.Dopo esser passata al vaglio del Senato, quella legge venne poi promulgata da Vittorio Emanuele II il 9 aprile 1850. Successivamente il Parlamento approvò anche gli altri due provvedimenti, con maggioranze assai larghe alla Camera ma più risicate al Senato. L'ingresso di una chiesa. Una delle tre leggi Siccardi aboliva il diritto d'asilo, secondo cui la Chiesa poteva dare rifugio a persone incriminate dalle leggi dello Stato - olio su tela - Galleria d'Arte Moderna - FirenzeLa decisione del governo di Torino di riformare in modo unilaterale la legislazione ecclesiastica, in contrasto con i concordati ancora vigenti, fu giudicata un atto ostile da monsignor Antonucci, nunzio pontificio, che partì da Torino per Roma. Le relazioni fra il governo piemontese e la Santa Sede, benché non interrotte,divennero quel momento molto tese.Monumento alle Leggi Siccardi in piazza Savoia a Torino. Sui lati sono incisi i nomi dei comuni che sovvenzionarono la costruzione del monumento - 1853. L'ingresso di una chiesa Una delle tre leggi Siccardi aboliva il diritto d'asilo, secondo cui la Chiesa poteva dare rifugio a persone incriminate dalle leggi dello Stato
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venerdì 17 febbraio 2017
mercoledì 1 febbraio 2017
Palazzo Morando
Due distinti percorsi espositivi caratterizzano le sale del settecentesco Palazzo Morando Attendolo Bolognini di via Sant'Andrea, 6.Al primo piano è attualmente ospitata la Pinacoteca: una collezione di dipinti, sculture, stampe che ha avuto origine nel 1934 dall'acquisizione da parte del Comune della collezione di Luigi Beretta e testimonia l'evoluzione urbanistica e sociale di Milano tra la seconda metà del XVII e i primi anni del XIX secolo; negli ambienti attigui sono state riallestite le sale di rappresentanza della casa nobiliare, un percorso suggestivo che documenta in modo esemplare il gusto settecentesco per l'arredo domestico, attraverso un nucleo di decorazioni, mobili e oggettistica recentemente ricomposto nella sua fisionomia originaria con una capillare attività di recupero di un patrimonio nel tempo disperso in diversi depositi esterni al palazzo.Nel gennaio del 2010 ha visto la luce il nuovo allestimento di Palazzo Morando finalizzato a dare nuova visibilità allo straordinario patrimonio artistico del Museo di Milano e al patrimonio storico delle Raccolte d'Arti Applicate che costituiscono un nucleo portante delle collezioni storiche e artistiche comunali. Gli interventi eseguiti hanno infatti valorizzato, oltre che il patrimonio tessile delle Raccolte Storiche anche le collezioni di abiti, accessori e uniformi conservati nei depositi delle Raccolte d'Arti Applicate del Castello Sforzesco che in questi ambienti hanno trovato la loro idonea sistemazione.Dal 1995, la volontà di documentare gli aspetti salienti e i protagonisti della vita culturale milanese tra il XVIII e il XIX secolo, integrando così il valore documentario delle collezioni, ha guidato l'organizzazione di alcune rassegne fondamentali, da "Pietro Verri e la Milano dei Lumi", dedicata ai fratelli Verri, a "Oh giornate del nostro riscatto. Milano dalla Restaurazione alle Cinque Giornate", fino a "La Milano del Giovin Signore. Le Arti nel Settecento di Parini" e "I volti di Carlo Cattaneo 18o1-1869. Un grande italiano del Risorgimento".
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