lunedì 21 dicembre 2009

Alfonso Ferrero di La Marmora


Alfonso Ferrero di La Marmora, di Celestino e di Raffaella Argentero di Bersezio, nacque il 18 novembre 1804 in Torino e morì a Firenze il 5 gennaio 1878. Militare per tradizione familiare, fu allievo dell'Accademia Militare di Torino e venne nominato sottotenente d'artiglieria nel marzo 1823. Nei primi anni della carriera fu ripetutamente all'estero: in Russia, in Ungheria, in Francia, in Spagna, in Egitto ed in Algeria, per studiarvi l'ordinamento di quegli eserciti ed in particolare quello dell'artiglieria. Nella prima campagna d'indipendenza del 1848, comandante di un gruppo d'artiglieria a cavallo, si distinse a Monzambano, a Borghetto, a Valeggio ed a Peschiera, meritandosi una medaglia d'argento al valore. Promosso colonnello nel giugno 1848 e quattro mesi dopo maggior generale, fu ministro segretario di stato per gli affari della guerra e della marina, per breve tempo, nei ministeri Pinelli e Gioberti. Lasciò l'incarico per assumere il comando della 1° divisione, poi, il 1° aprile 1849 fu promosso luogotenente generale di divisione e contemporaneamente fu inviato a Genova con pieni poteri di commissario straordinario. Genova, in quei giorni di vive agitazioni politiche, dopo l'insuccesso della campagna di guerra, era insorta e si dovette alla di lui opera se l'ordine vi fu ristabilito. Fu decorato della medaglia d'oro al valor militare con regio decreto 15 aprile 1849, perchè: «incaricato di ristabilire l'ordine nella città, per impedire le conseguenze di un moto insurrezionale, riuscì con molta audacia e somma attività a cacciare gli insorti, soffocando così sul nascere un movimento che poteva portare gravissime conseguenze». Uomo politico oltre che militare, dalla prima legislatura (1848) e fino alla sua morte, fu più volte deputato al Parlamento, più volte ministro e, per due brevi periodi, tenne anche, nel 1859-1860 e nel 1865-1866, la presidenza del Consiglio dei Ministri. Nel 1855-1856 comandò il Corpo di spedizione in Oriente (Crimea) meritandosi la gran croce dell'Ordine Militare di Savoia e le maggiori decorazioni concessegli dagli Stati in guerra, alleati del Piemonte. In Crimea ebbe la sventura di veder morire di fiero morbo suo fratello il generale Alessandro, fondatore del Corpo dei bersaglieri. Nel marzo 1858 fu decorato dell'Ordine Supremo della SS. Annunziata. Nella terza campagna d'indipendenza assunse il comando effettivo dell'Esercito in campo, ma l'esito infausto della giornata di Custoza non lo dimostrò all'altezza del grave compito.Nel 1870 fu luogotenente generale del Re per Roma e le province romane.

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