lunedì 21 dicembre 2009
Carlo Alberto
Carlo Alberto nacque a Torino il 2 ottobre 1798, figlio di Carlo Emanuele I, principe di Carignano e di Albertina Maria Cristina di Sassonia. La morte prematura del padre e l’indifferenza della madre segnarono la giovinezza di Carlo Alberto, trascorsa a Parigi tra la solitudine e le ristrettezze economiche.
Nel 1814 fu chiamato a Torino da Vittorio Emanuele I il quale lo scelse come successore, preferendolo a Francesco IV di Modena troppo vicino all’Austria.
Sposò a Firenze il 30 settembre 1817 Maria Teresa, donna fredda ed austera, Arciduchessa d’Austria, figlia di Ferdinando il Granduca di Toscana (figlio dell’Imperatore Leopoldo II) dalla quale ebbe tre figli: Vittorio Emanuele suo successore, Maria Cristina e Ferdinando duca di Genova.
Amò segretamente Maria Antonietta di Truchsess, dolce e remissiva, che prese come dama di compagnia della moglie e da cui ebbe un figlio che chiamò Carlo Felice.
Prima di salire al trono dovette subire molte umiliazioni, essendo sposo di una “altezza reale” mentre lui era solo conte (figlio di un ramo cadetto dei Savoia), ad ogni ricevimento non gli era permesso di entrare a fianco della moglie, prima veniva annunciato l’ingresso di “sua Altezza Reale l’Arciduchessa” e solo dopo il suo ingresso annunciato come “Conte”.
Divenuto Re nel 1831 creò una corte sontuosa, protesse gli artisti, fece elevare monumenti alla memoria dei suoi predecessori, espose al pubblico i tesori reali. Rinnovò gli ordini cavallereschi e fondò l’Ordine civile dei Savoia il 29 ottobre 1831. Aiutò la chiesa e contribuì a diverse beatificazioni.
Si trovò anche ad affrontare le agitazioni mazziniane, i complotti liberali, la cospirazione di ufficiali a Torino, ad Alessandria e Chambèry. Condusse una politica reazionaria e represse duramente la cospirazione della giovane Italia del 1833. Per una decina d’anni tentò di conciliare con il suo evidente conservatorismo e la docilità i rapporti con l’Austria.
Per rafforzare lo stato ma anche per svecchiare le strutture statali promulgò una riforma dei codici, con l’abolizione dei diritti feudali, dette impulso all’agricoltura e al commercio, favorì l’incremento del porto di Genova e la costruzione di strade e ferrovie. Fu anche promotore di cultura storica e patrocinò i congressi scientifici.
Dopo l’insurrezione del 1848 e dopo le Cinque Giornate che avevano liberato Milano decise di entrare in guerra contro l’Austria, subito da Napoli, Firenze e da Roma arrivarono rinforzi ma non furono debitamente valorizzati Carlo Alberto non era interessato alla guerra federalista, approfittava della guerra come fecero i sui avi per ampliare il regno. Visse battaglie celebri come Goito e Pastrengo, ma poi fu sconfitto a Custoza nel 1848 a questo punto abbandonò i milanesi al suo destino e si apprestò a firmare l’armistizio con l’Austria.
Questo permise agli austriaci di riorganizzarsi e alla ripresa della guerra austriaca il Re fu nuovamente battuto a Novara il 23 marzo 1849 esponendosi personalmente al fuoco nemico.
Abdicò in favore di Vittorio Emanuele II nella speranza di ottenere delle condizioni meno gravose. Partì per il Portogallo, sotto il nome di conte di Barge.
Morì a Oporto il 28 luglio 1849, fu sepolto con gran pompa magna nella basilica di Superga.
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