lunedì 21 dicembre 2009

Carlo Pisacane



(Napoli 1818-Sanza, Salerno, 1857).
Ufficiale borbonico di famiglia aristocratica e di idee liberali, nel febbraio 1847 fuggì da Napoli a Parigi con Enrichetta di Lorenzo, moglie di tale Domenico Lazzari. Dopo una breve parentesi nella Legione straniera in Algeria, nel 1848 accorse in Lombardia e combatté sul Garda nel corso della I guerra d'Indipendenza. Accostatosi intanto agli ideali del Cattaneo e del Mazzini, partecipò alla difesa di Roma nel 1849. Caduta la Repubblica, riparò all’estero e poi a Genova (1850) dove, allontanatosi da Mazzini, precisò il suo orientamento ideologico in senso nettamente socialista e proudhoniano. Denunciò la natura essenzialmente conservatrice dell’intervento di Carlo Alberto e del fallimento della guerra a causa dell’incapacità delle forze democratiche di prospettare come fine di essa una concreta rivoluzione sociale. Ripresi infine i contatti (1855) con Mazzini, ma ormai più sul piano della pratica immediata che su quello teorico, avversò come lui la spedizione sabauda di Crimea e organizzò la spedizione insurrezionale nell’Italia meridionale. Accolto ostilmente e sconfitto una prima volta a Padula, fu finito a Sanza dove perdette la vita in combattimento. Deve infatti considerarsi leggendaria la notizia spesso ripetuta che si sia suicidato.

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