lunedì 21 dicembre 2009

Ippolito Caffi


Ippolito Caffi è un'importante e significativa figura di artista e patriota veneto dell'Ottocento. Nato a Belluno il 26 ottobre 1809, morì nella battaglia di Lissa il 20 luglio del 1866. Studiò all'Accademia di Venezia e poi completò la sua formazione a Roma dove lo invitò il cugino, pure pittore, Pietro Paoletti e tenne anche scuola di pittura. Compose anche un apprezzato libretto sulla prospettiva pittorica. Egli fu anzitutto un vedutista, erede della grande scuola dei vedutisti veneziani del '700. Il suo punto di riferimento sicuro fu dunque Canaletto. Nel corso della sua opera, dei suoi viaggi, della sua esperienza pian piano entrò nei suoi quadri l'atmosfera nuova. Quella di Corot e della scuola di Fontainebleau in Francia. La luce si ammorbidisce, si sfrangia.Non siamo ancora ai riflessi, all'attimo degli impressionisti, ma siamo sulla via. C'è tutta l'esperienza romantica dell'inizio secolo che gioca. La nostalgia, il rimpianto a volte, a volte il ricordo. Il vecchio mondo caduto, ma il nuovo che non si afferma, le speranze rinnovatrici infrante per i democratici veneti i a Campoformido, quelle nuovo così complesse e di difficile gestazione, quando ancora la vecchia società ristagna. Consola come sempre la veneta natura, il cielo azzurrino chiaroi, la luce morbida soffusa, le nebbie, le nuvole l'acqua, il silenzio, il trascorrere delle stagioni. Da buon veneto Caffi fece un lungo viaggio in Oriente, a Costrantinopoli naturalmente e Smirne, ma anche ad Alessandria d'Egitto, Il Cairo. Risalì il Nilo fino al Sudan. Come artista partecipò a numerose esposizioni en Europa. Fu un fervente patriota e partecipò ai moti del 1848-49, il che gli valse poi non poche noie con la polizia austriaca. La sua fine fu tragica. Come l'altro Ippolito (il Nievo), scomparve in mare. Affondò con tutto l'equipaggio della nave ammiraglia Re d'Italia durante la battaglia di Lissa. Aveva voluto assistere alla battaglia che avrebbe dovuto riportare il Veneto all'Italia per ritrarvi le fasi dello scontro. Seguiva l'antica tradizione veneta di pittori di battaglie. Ma il Re d'Italia portò sfortuna e non solo a lui.







Nessun commento:

Posta un commento