Le Cinque Giornate di Milano videro l'insurrezione del popolo milanese contro gli occupanti austriaci del maresciallo Radetzky.
Il 18 marzo 1848, all'annuncio di imminenti riforme, la folla si diresse verso il palazzo del governo dove cominciarono gli scontri. O'Donnell concesse la guardia civica, mentre in giornata gli austriaci occuparono con la forza il municipio.
La resistenza dei milanesi, organizzata con efficienza grazie a una fitta rete di barricate e di contatti tra i quartieri della città, fu coronata dal successo: il 20 marzo quasi tutto il centro era nelle mani degli insorti e la situazione apparve a Radetzky così grave da richiedere un armistizio, peraltro rifiutato dai patrioti grazie alla determinazione di Cattaneo. Il 21 marzo giunsero da Torino le prime notizie di un possibile intervento del Piemonte, incoraggiato dai moderati lombardi; nello stesso giorno si costituiva il governo provvisorio, mentre le milizie civiche si apprestavano a espugnare porta Tosa (da allora detta porta Vittoria), che cadde il giorno successivo, costringendo Radetzky alla ritirata. Il 23 marzo Carlo Alberto emanava un proclama annunziante l'intervento piemontese che segnava, di fatto, l'avvio della Prima guerra d'indipendenza.
Un tuffo nel passato per ricordare e "rivivere" quanto accadde a Milano nel marzo del 1848 durante le “Cinque Giornate”. Con la memoria dei moti milanesi non si deve dimenticare l’orgoglio, la voglia di riscatto e lo spirito di rivalsa che mosse i nostri concittadini contro gli invasori austriaci.
Durante le storiche Cinque Giornate di Milano, i milanesi furono protagonisti di un evento straordinario, che ha lasciato un segno indelebile nella storia della città, della Nazione e dell’Europa intera. I milanesi, uomini e donne di ogni età, classe sociale o condizione culturale, si riscattarono da uno straniero arrogante e dominatore, combattendo con coraggio e coesione.
Da quel lontano 1848 naturalmente Milano è cambiata, ma le criticità, anche se diverse, ci sono ancora. Per questo, dovremmo cercare dentro noi stessi quello stesso spirito di rivalsa, farlo rivivere e reagire, con uguale determinazione, ai problemi di oggi.
Storia di libertà. "A 160 anni dai moti che hanno delineato in maniera indelebile i tratti distintivi e identitari di Milano, è opportuno ripensare a quelle giornate, a quei personaggi e situazioni al di là della loro indiscussa rilevanza storica, oltre il loro profondo significato simbolico, vivido esempio della volontà di un popolo di riappropriarsi della propria terra, della propria indipendenza e libertà - commenta l’assessore Massimiliano Orsatti -. In questo grande avvenimento c’è già tutto lo spirito della Milano migliore: la capacità di unire risorse e forze per conseguire grandi obiettivi e raggiungere traguardi importanti".
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