sabato 14 gennaio 2012

Alessandro Toja


Nacque a Gizzeria, comune di origine albanese della provincia di Catanzaro il 23 di settembre del 1822. Spirito ribelle in gioventù, si distinse subito come un cospiratore antiborbonico molto motivato. Telegrafista nel suo paese, nel ’48 lasciò il posto e si dedicò interamente alla lotta clandestina per la libertà dell’Italia. Da buon telegrafista, si dice che inviò false notizie a Pizzo e a Monteleone (l’odierna Vibo Valentia) per far sollevare le popolazioni contro il Governo. A Gizzeria distrusse i ritratti del re e della regina,  nonché lo stemma reale, incitando la gente alla rivolta. Fu arrestato il 22 maggio del 1849 per questo fatto e per aver combattuto all’Angitola. La Gran Corte di Catanzaro il 5 giugno 1851 lo condannò all’ergastolo. Nella prigione tentò di sollevare i detenuti, emulando i fatti analoghi di Cosenza. Nella notte tra il 5 e il 6 di ottobre, evase con parecchi di loro prima di essere imbarcato per i bagni penali di Santo Stefano. Soltanto nel 1857 si seppe della sua presenza a Corfù e dopo due anni si recò a Torino, iscrivendosi nel Corpo dei Cacciatori delle Alpi. All’alba del 6 maggio, salpò da Quarto coi Mille. Fu ferito due volte e Garbali lo nominò Capitano. Giunto in Calabria con i garibaldini entrò nel 1° battaglione dei Cacciatori della Sila, istituito da Francesco Stocco. A Caserta il 2 ottobre ebbe i galloni di Maggiore. Entrò nell’esercito regolare e il 28 settembre 1866 si spense nella sua Gizzeria.

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