Storico. Esiliato per aver preso parte ai moti del 1820-1821, si dedicò a studi di storia medievale, iniziati con il Veltro allegorico di Dante (1825), seguito dal Veltro allegorico dei Ghibellini (1832), promossi con la fondazione a Napoli della Società Storica, che presiedette (1844-47), e culminati nella Storia d'Italia nel Medioevo (4 voll., 1839-55), nella quale si sostiene l'importanza determinante del papato nella formazione della civiltà italiana medievale. Di tendenza neoguelfa, durante la rivoluzione del 1848 collaborò al giornale "Il Tempo" e fu presidente di gabinetto.
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venerdì 23 agosto 2013
Carlo Troya
Napoli, 1784 – ivi, 1858
Storico. Esiliato per aver preso parte ai moti del 1820-1821, si dedicò a studi di storia medievale, iniziati con il Veltro allegorico di Dante (1825), seguito dal Veltro allegorico dei Ghibellini (1832), promossi con la fondazione a Napoli della Società Storica, che presiedette (1844-47), e culminati nella Storia d'Italia nel Medioevo (4 voll., 1839-55), nella quale si sostiene l'importanza determinante del papato nella formazione della civiltà italiana medievale. Di tendenza neoguelfa, durante la rivoluzione del 1848 collaborò al giornale "Il Tempo" e fu presidente di gabinetto.
Storico. Esiliato per aver preso parte ai moti del 1820-1821, si dedicò a studi di storia medievale, iniziati con il Veltro allegorico di Dante (1825), seguito dal Veltro allegorico dei Ghibellini (1832), promossi con la fondazione a Napoli della Società Storica, che presiedette (1844-47), e culminati nella Storia d'Italia nel Medioevo (4 voll., 1839-55), nella quale si sostiene l'importanza determinante del papato nella formazione della civiltà italiana medievale. Di tendenza neoguelfa, durante la rivoluzione del 1848 collaborò al giornale "Il Tempo" e fu presidente di gabinetto.
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