mercoledì 20 luglio 2016

La rivoluzione del 1821 in Piemonte


  • Nella notte tra il 9 e il 10 marzo 1821 alcuni “federati” (una setta rivoluzionaria liberale diffusa in Lombardia e Piemonte), guidati tra gli altri dal colonnello Guglielmo Ansaldi e dal capitano Isidoro Palma, si impadronirono della cittadella di Alessandria e fecero insorgere il reggimento Dragoni del re e la brigata Genova; nella stessa notte fu costituita una Giunta provvisoria di governo della quale fu presidente Ansaldi stesso.Nel giro di due giorni la rivolta si propagò a Torino, dove il 12 marzo un gruppo di ufficiali fece insorgere il reggimento Aosta e si impadronì della cittadella: vi fu innalzata la bandiera con i tre colori della carboneria e fu proclamata la Costituzione di Spagna. Incapace di fronteggiare la situazione, Vittorio Emanuele I decise allora di abdicare e, dato che suo fratello Carlo Felice si trovava a Modena, nominò reggente il cugino Carlo Alberto.Disorientati dagli ultimi avvenimenti, i capi della cospirazione, animati da sincero lealismo dinastico, non riuscirono a frenare l'insurrezione che si era nel frattempo estesa ad Asti, Ivrea, Vercelli, Casale e ad altre città di provincia.La sera del 13 marzo, dopo aver ascoltato il parere del consiglio dei Decurioni di Torino e di alcuni ufficiali superiori che comandavano i reparti di guarnigione nella capitale, Carlo Alberto si convinse a concedere la Costituzione di Spagna, su cui giurò poi due giorni dopo. Il 16 marzo però il fratello di Vittorio Emanuele I, Carlo Felice, assunse da Modena la pienezza del potere regio e dichiarò illegittima la reggenza di Carlo Alberto e la Costituzione. Dopo aver tenuto per alcuni giorni un comportamento ambiguo ed aver nominato reggente del ministero della Guerra Santorre di Santarosa – capo assieme a Guglielmo Moffa di Lisio, Giacinto Provana di Collegno, e Carlo Asinari di San Marzano di una cospirazione che era stata scoperta a Torino i primi di marzo – Carlo Alberto partì quindi per Novara secondo gli ordini che gli erano stati precedentemente impartiti da Carlo Felice, e si unì alle forze controrivoluzionarie.A partire dal 21 marzo, mentre a Genova si formava un'amministrazione provvisoria favorevole al regime costituzionale, la Giunta di governo di Torino assunse temporaneamente tutti i poteri.In quest'ultima fase della rivoluzione l'anima del governo provvisorio divenne Santorre di Santarosa: nonostante i suoi enormi sforzi per riorganizzare l'esercito e per mobilitare la guardia nazionale in vista dell'imminente scontro con le forze fedeli a Carlo Felice e con il corpo di quindicimila austriaci accordato al re dalla Santa alleanza, la maggior parte della popolazione rimase indifferente, mentre molti, nell'esercito e nella burocrazia, temettero le future rappresaglie del re  L'8 aprile si svolse quindi presso Novara un breve combattimento nel quale le truppe costituzionali furono vinte. Il giorno successivo gli austriaci occuparono Alessandria, mentre il 10 aprile, ad un mese esatto dall'inizio dell'insurrezione, le truppe fedeli a Carlo Felice poterono entrate a Torino.

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