Durante la grande guerra del 1915-18, a cura di Alfonso Sansone, presidente della Società del tempo, fu raccolto il materiale che costituì il Museo inaugurato il 1918. Questa prima raccolta, pressoché informe, dalla segreteria generale venne una prima volta rimaneggiata, con eliminazioni, con nuovi apporti e con razionale sistemazione, nel 1932, quando si dovette procedere a urgenti riparazioni al pavimento del salone soprastente. Lo stato attuale presenta un nuovo ordinamento che è stato imposto dai gravi danni arrecati dall'ultima guerra sia al locale che al materiale. Questo, recuperato e accortamente restaurato, è stato disposto, a cura della segreteria generale della Società,ne grande salone in modo da presentare, aggruppati secondo le varie fasi della rivoluzione risorgimentale siciliana, e cioè 1820 e 1821, 1836-1837, 1848-1849, i ricordi storici che la riguardano, ai quali fanno seguito rari cimeli e documenti della spedizione garibaldina. Di essi, parte erano stati presentati alla Esposizione Nazionale di Palermo del 1891-92, altri sono stati offerti da enti e privati cittadini. Vi sono armi di varie epoche, notevoli le spade artistiche donate a Garibaldi, la bandiera che sventolò sul Lombardo durante il viaggio dei Mille, cimeli, uniformi garibaldine e della Guardia Nazionale, busti in marmo e bronzo dovuti allo scalpello dei maggiori scultori dell'ottocento e del primo novecento: B. Civiletti, B. Delisi, E. Ximenes, A.Ugo, ritratti ad olio tra i quali di sommo pregio artistico quello del Marchese di Rudinì del Boldini, stampe clandestine, documenti preziosi dell'attività parlamentare e giornalistica della rivoluzionenel 48-49, la lettera di rinunzia da parte di Alberto Amedeo di Savoia, al trono di Sicilia, ecc. La sala dedicata a Francesco Crispi, sulla parte orientale del chiostro, è riservata ai ricordi di quel grande Siciliano donati in parte dalla Figlia Principessa di Linguaglossa. Vi è il suo scanno parlamentare, il tavolo di lavoro, suoi busti e ritratti, fotografie con dedica autografa di Garibaldi, di Verdi, di Carducci, di Pilo, di Mazzini, di Gustavo Modena, di Mameli, della Famiglia Cairoli, di Bismark, di di Gladstone. La guerra con la sua furia devastatrice aveva arrecato gravi danni a questa magnifica sede. Le incursioni aeree del 1942-43 fecero crollare un vano del Museo, colpirono il salone, mandarono in frantumi le vecchie vetrate istorate, alcune colonnine del chiostro furono infrante, oggetti e carte dispersi o distrutti, tutti i locali resi inabitabili, ingombri di calcinacci e rottami. Passata la bufera, si provvide a ricostruire e rifare i locali, restaurare le opere d'arte con l'aiuto del governo alleato prima, poi con quello assai più vistoso della Regione Siciliana e del Governo Centrale a mezzo dell'Ufficio del Genio Civile. Nel rinato fervore della ricostruzione, il Museo ricevette nuovo incremento con il miglioramento dei locali che richiedevano consolidamento e rifiniture. Nel 1961 si ebbe, quindi, un riordinamento totale e il 15 aprile dello stesso anno la sua riapertura ufficiale.Nei primi mesi del 2006 iniziano i lavori di ristrutturazione e di riconfigurazione espositiva del Museo con la conseguente chiusura fino al 29 maggio 2010, giorno in cui, contestualmente alla riapertura, si svolge il convegno "Garibaldi in Sicilia - 150 anni dopo". Alla presenza del presidente della Società Giovanni Puglisi, del direttore del Museo Nino Aquila, dell'assessore regionale ai Beni Culturali e all'Identita' Siciliana Gaetano Armao e del Rettore dell'Universita' degli Studi di Palermo Roberto Lagalla, si inaugura ufficialmente il Museo del Risorgimento "Vittorio Emanuele Orlando".
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