Il Museo
Il Museo Nazionale della Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma, è stato realizzato dallo Stato a Mentana nel 1905 allo scopo di raccogliere tutti i cimeli e le donazioni offerti dai familiari dei garibaldini molti dei quali sono sepolti nell'Ara Ossario attigua. Le decorazioni sulle facciate anteriore e posteriore sono dello scultore Scardovi. Il museo ha, come fine primario, la raccolta e la conservazione dei documenti, armi, divise, foto e cimeli legati alla Campagna del 1867. E' opera dell'Architetto Giulio De Angelis.Sono altresì numerose le testimonianze di altri periodi della storia garibaldina,dalla presenza di Garibaldi in America, alla Repubblica Romana del 1848-1849, alla Campagna dei Mille in Sicilia, al 1866 con la Terza Guerra d'Indipendenza, a Digione nel 1870-71 ed, infine, alla Campagna di Grecia guidata da Ricciotti Garibaldi.I cimeli, spesso unici, vedi la vetrina della Carboneria, la cravatta di Giuseppe Mazzini, autografi di Garibaldi e dei figli oltre a quello del genero Stefano Canzio, foto autentiche di Giuseppe, Menotti e Ricciotti Garibaldi ed altri personaggi del Risorgimento.Per quanto riguarda le armi, sono presenti nel museo fucili Remington-roll/block, Chassepots e i più semplici ad avancarica costituendo un buon esempio degli armamenti dell'epoca sia per quanto riguarda i garibaldini, sia per le truppe pontificie e quelle francesi. Numerose le pistole e le armi bianche. Il materiale è ordinato in sezioni con ampie spiegazioni grafiche fornite da esperti per l'approfondimento della storia da parte degli studenti e dei visitatori.Le Forze Armate prestano particolare attenzione con le visite delle scuole militari, ultimamente è stata istituita una sezione dedicata alle testimonianze sulle forze contrapposte ai Volontari Garibaldini nella Campagna dell'Agro Romano, pontifici e francesi.Attigue al museo una biblioteca ed un archivio storico con rare pubblicazioni sul risorgimento in generale e sulla storia garibaldina in particolare. Sono in dotazione audio e videocassette con musiche originali dell'epoca.Tra i cimeli del 1867 annovera, tra i pezzi di notevole valore, la divisa completa con ghette, fascia e decorazioni del Garibaldino Cesare Becherucci. sono presenti 30 corone di alloro in metallo smaltato, realizzazioni artigiane di fine 800, una spada con lama ondulata per l'iniziazione alla Massoneria.E' presente un'immagine di Garibaldi nelle sembianze di Gesù Redentore, metodo adottato dai Volontari Garibaldini per eludere i rigori della polizia pontificia. Cartucce originali ad avancarica nelle loro originali giberne ed un quadro ad olio su tela di Vittorio Emanuele II. Il logo del museo è del 1997, autore la francese Helen Moriò.Il 5 maggio del 1888 fu approvato il nuovo stemma del Comune che sostituiva le chiavi incrociate pontificie, la proposta alla Consulta Araldica fu sostenuta dal Sindaco dell'epoca Giuseppe Lodi. Questo stemma è costituito dall'Ara-Ossario dei caduti del 1867. Alla base vi sono due spingarde con ai lati tre palle di cannone, mentre sotto ancora, la scritta "Dio-Patria-Umanità".Il museo dispone di una nuova sala nella quale è possibile effettuare riunioni e conferenze su richiesta.
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