lunedì 8 agosto 2016

Il Compendio Garibaldino

Il Compendio Garibaldino è considerato uno dei luoghi storici e paesaggistici più suggestivi della Sardegna. Immerso nel verde della vegetazione mediterranea e le caratteristiche rocce granitiche dell'Isola di Caprera, circondato dai colori cristallini delle acque dell'arcipelago di la Maddalena, custodisce il luogo in cui il Generale Giuseppe Garibaldi avviò la sua azienda agricola e costruì la dimora in cui visse con i suoi familiari, dal 1856 al 1882, anno della sua morte. Meta di pellegrinaggio culturale, il sito registra ogni anno migliaia di presenze che arrivano da ogni parte del mondo per rendere omaggio alla sua tomba e per godere del percorso che si dipana attraverso un bellissimo parco storico. È un luogo di forte emozione e di sentimenti atti a rivalutare aspetti della vita spesso trascurati del protagonista della vicenda unitaria italiana. Caprera è il luogo in cui Garibaldi decise di soggiornare dopo tante traversie. L'isola rappresentò per lui un punto di riferimento costante tra un viaggio e l'altro, tra un'impresa e l'altra. Il Generale vi si stabilì nel 1856, dopo averne acquistato metà grazie ad un lascito del fratello Felice. Dieci anni più tardi ne acquisì l'intera proprietà grazie alla generosità di amici inglesi che gli donarono la parte restante. Caprera era il suo Eden, e là visse circa 26 anni rasserenando l'animo occupandosi della coltivazione dei campi e coltivando il frutteto, il vigneto e l'aranceto. Qui figurano piante dalle quali egli traeva in parte il sostentamento per la famiglia e alle quali aggiunse essenze a lui particolarmente care, che ampliavano il numero di quelle già esistenti sul luogo.Garibaldi si occupò personalmente della cura dell'orto e del giardino. Voleva ottenere dalla terra prodotti agricoli, lasciando allo stesso tempo intatte le peculiarità del territorio. Ai margini della fattoria introdusse alberi ad alto fusto, dei quali sono rimasti alcuni pini, ginepri, frassini e carrubi. Il maestoso pino che troneggia al centro del giardino venne piantato nel febbraio del 1867 in occasione della nascita della figlia Clelia. La prima abitazione, di tre vani, ancora esistente nella parte sud del cortile e ristrutturata con l'aiuto del figlio Menotti, del segretario Basso e di altri amici, si rivelò presto insufficiente per accogliere i numerosi familiari, motivo per il quale fu fatta venire da Nizza una casa in legno di facile e rapida costruzione. In seguito si recintò con un muro la proprietà per proteggere le colture dagli animali selvatici e, infine, fu edificata l'attuale ‘casa bianca'. È questa una dimora dall'architettura semplice, realizzata con stanze comunicanti, articolate intorno ad un piccolo disimpegno senza finestre, destinato alla scala di accesso alla terrazza dalla quale si domina tutto l'arcipelago. Questa dimora è segno della sua vita frugale, del piacere di godere della natura e del fascino dell'isola di Caprera. In questa pace egli ebbe modo di riflettere e preparare le grandi imprese che avrebbero cambiato il profilo della Nazione; è qui che il suo spirito concepì quanto fattivamente lo portò ad essere uno degli uomini determinanti del nostro Risorgimento.

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