Giornalista e uomo politico (Torino 1810 - Messina 1865). Direttore di una manifattura di sete, nel 1831 fu costretto a lasciare il Piemonte per le sue idee liberali e viaggiò per affari in Europa centrale e orientale e in Russia. Rientrato in Italia nel 1836, assunse la direzione di un setificio ad Agliè, in provincia di Torino, impegnandosi in un’opera di miglioramento delle condizioni di lavoro delle operaie dei suoi stabilimenti e nell’apertura di asili e scuole femminili e serali. Nello stesso anno fondò il settimanale «Letture popolari», un periodico rivolto alla classe lavoratrice, con rubriche e notizie su arti e mestieri, che rappresentò una delle più significative esperienze del giornalismo risorgimentale. Proibito dalle autorità piemontesi nel 1841, il settimanale fu ripreso con il titolo «Letture di famiglia», ma fu definitivamente soppresso nel 1847. Nel gennaio del 1848 fondò il quotidiano «La Concordia», un giornale che, dopo avere abbandonato l’iniziale connotazione liberale e moderata, si spostò su posizioni sempre più radicali e filorepubblicane, battendosi a favore di maggiori libertà politiche. Nel 1848 Valerio fu anche eletto deputato al Parlamento subalpino e, schieratosi a sinistra, partecipò attivamente alle discussioni parlamentari, accusatore convinto di coloro che riteneva i responsabili della sconfitta militare del 1848. Diventato uno dei capi della Sinistra democratica, avversò la politica moderata di Cavour dalle colonne di altri due giornali da lui fondati («Il Progresso» e «Il Diritto»). Commissario regio nelle Marche nel 1860, divenne senatore del Regno nel 1862 e pochi mesi prima della sua morte fu nominato prefetto di Messina.
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lunedì 2 settembre 2013
Valerio Lorenzo
Valerio, Lorenzo
Giornalista e uomo politico (Torino 1810 - Messina 1865). Direttore di una manifattura di sete, nel 1831 fu costretto a lasciare il Piemonte per le sue idee liberali e viaggiò per affari in Europa centrale e orientale e in Russia. Rientrato in Italia nel 1836, assunse la direzione di un setificio ad Agliè, in provincia di Torino, impegnandosi in un’opera di miglioramento delle condizioni di lavoro delle operaie dei suoi stabilimenti e nell’apertura di asili e scuole femminili e serali. Nello stesso anno fondò il settimanale «Letture popolari», un periodico rivolto alla classe lavoratrice, con rubriche e notizie su arti e mestieri, che rappresentò una delle più significative esperienze del giornalismo risorgimentale. Proibito dalle autorità piemontesi nel 1841, il settimanale fu ripreso con il titolo «Letture di famiglia», ma fu definitivamente soppresso nel 1847. Nel gennaio del 1848 fondò il quotidiano «La Concordia», un giornale che, dopo avere abbandonato l’iniziale connotazione liberale e moderata, si spostò su posizioni sempre più radicali e filorepubblicane, battendosi a favore di maggiori libertà politiche. Nel 1848 Valerio fu anche eletto deputato al Parlamento subalpino e, schieratosi a sinistra, partecipò attivamente alle discussioni parlamentari, accusatore convinto di coloro che riteneva i responsabili della sconfitta militare del 1848. Diventato uno dei capi della Sinistra democratica, avversò la politica moderata di Cavour dalle colonne di altri due giornali da lui fondati («Il Progresso» e «Il Diritto»). Commissario regio nelle Marche nel 1860, divenne senatore del Regno nel 1862 e pochi mesi prima della sua morte fu nominato prefetto di Messina.
Giornalista e uomo politico (Torino 1810 - Messina 1865). Direttore di una manifattura di sete, nel 1831 fu costretto a lasciare il Piemonte per le sue idee liberali e viaggiò per affari in Europa centrale e orientale e in Russia. Rientrato in Italia nel 1836, assunse la direzione di un setificio ad Agliè, in provincia di Torino, impegnandosi in un’opera di miglioramento delle condizioni di lavoro delle operaie dei suoi stabilimenti e nell’apertura di asili e scuole femminili e serali. Nello stesso anno fondò il settimanale «Letture popolari», un periodico rivolto alla classe lavoratrice, con rubriche e notizie su arti e mestieri, che rappresentò una delle più significative esperienze del giornalismo risorgimentale. Proibito dalle autorità piemontesi nel 1841, il settimanale fu ripreso con il titolo «Letture di famiglia», ma fu definitivamente soppresso nel 1847. Nel gennaio del 1848 fondò il quotidiano «La Concordia», un giornale che, dopo avere abbandonato l’iniziale connotazione liberale e moderata, si spostò su posizioni sempre più radicali e filorepubblicane, battendosi a favore di maggiori libertà politiche. Nel 1848 Valerio fu anche eletto deputato al Parlamento subalpino e, schieratosi a sinistra, partecipò attivamente alle discussioni parlamentari, accusatore convinto di coloro che riteneva i responsabili della sconfitta militare del 1848. Diventato uno dei capi della Sinistra democratica, avversò la politica moderata di Cavour dalle colonne di altri due giornali da lui fondati («Il Progresso» e «Il Diritto»). Commissario regio nelle Marche nel 1860, divenne senatore del Regno nel 1862 e pochi mesi prima della sua morte fu nominato prefetto di Messina.
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