Enrico Cernuschi nacque a Milano il 19 febbraio 1821. Il padre Claudio dirigeva dal 1814 un negozio di importazione coloniali a Milano e i due zii furono i fondatori nel 1840 di un’impresa tessile, la Cernuschi e Gos, una delle più notevoli dell’area monzese, specializzata nella produzione di “coperte con cascami di seta e cotone”. Dopo gli studi di giurisprudenza a Pavia, Enrico Cernuschi partecipò in modo attivo agli atti insurrezionali di Milano del 1848. Caduto a Milano il Governo provvisorio, partecipò a Roma alla insurrezione contro lo Stato Pontificio. La disfatta del nuovo stato repubblicano provocò la dispersione di numerosi patrioti, tra i quali lo stesso Cernuschi che fu imprigionato a Civitavecchia. Difendendosi davanti al "Consiglio di Guerra", chiese di essere esiliato in Francia in quanto proscritto sia dall'Austria che dal Governo Pontificio.A Parigi, inizialmente, si mantenne con lavori di traduzione e copiatura, ottenendo nel 1852 un impiego al Crédit Mobilier, dove dimostrò a pieno le sue qualità e il suo valore e da cui nacquero le premesse della sua successiva fortuna finanziaria. Fu tra i protagonisti nel periodo di trasformazione del mondo bancario. Nei dodici anni in cui Cernuschi lavorò al Crédit Mobilier vennero effettuate operazioni finanziarie prodigiose, che fruttarono enormi ricchezze, di cui beneficiò anche Cernuschi. La carriera di Cernuschi si interruppe nel 1859 probabilmente a seguito dell’attentato a Napoleone III da parte di Felice Orsini, ex carbonaro e ex mazziniano che Cernuschi aveva conosciuto ai tempi della repubblica Romana. Dal 1859 al 1870 visse un’intensa attività di uomo d’affari e d’impegno civile. Approfondisce gli studi di economia e pubblica la sua prima opera “la Meccanica degli Scambi” Tra il 1869 e 1870 fonda la Banque de Paris; nel 1871 si alleò con la Banque de crédit et depôt des Pays Bas, che nel 1872 si fusero in Paribas. Nel 1870 ottenne la cittadinanza francese.Rientrato in politica nel 1871, acquistò un consistente pacchetto di azioni del giornale “Le Siècle”, di ispirazione democratica per combattere il plebiscito. Espulso dalla Francia, si recò in Svizzera, per rientrarvi solo dopo il crollo dell’Impero e la proclamazione della Repubblica. Nel corso della battaglia in difesa della Comune divenne membro di rilievo della sussistenza e profuse intensa attività giornalistica. Nel 1871 Cernuschi lasciò la Francia con Theodore Duret, critico d’arte legato agli Impressionisti, e raggiunse il Giappone nel 1872, punto di partenza di un lungo viaggio in Cina, Mongolia, Giava e India. Cernuschi acquistò bronzi, sete dipinte, porcellane, libri illustrati, oggetti d’arte. Ritornato a Parigi organizzò tra il 1873 e il 1874 una grande mostra di opere orientali al Palais de l’Industrie, che accompagnò il primo congresso internazionale degli orientalisti. Fece costruire in Avenue Velasquez, nel Parc Monceau, un palazzo in stile rinascimentale dove abitò e in cui ospitò le collezioni d’arte giapponese e cinese, e le collezioni d’arte europea, ora disperse.
Dal 1873 Enrico Cernuschi si dedicò all’amministrazione del patrimonio accumulato, e alle questioni economico monetarie, impiegandosi in una battaglia per il bimetallismo sorretta da decine di pubblicazioni. Fu invitato come oratore in Inghilterra, Germania, Stati Uniti e altri paesi del mondo, tra cui l’Italia. Nel 1881 fu designato dalla Francia come rappresentante della Repubblica alla conferenza monetaria internazionale di Parigi.Alla sua morte avvenuta a Mentone l’11 maggio 1896, Enrico Cernuschi nominò suo erede il fratello Costantino, ma lasciò la casa di Avenue Velasquez con le collezioni d’arte che conteneva alla Città di Parigi, il cui valore fu stimato in allora in un milione e 113 mila franchi. Lasciò ai Martinitt 100.000 lire italiane.
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