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lunedì 17 ottobre 2011
NEOGUELFISMO
Movimento intellettuale e politico dell'Italia risorgimentale, sorto per affermare i valori di un cattolicesimo liberale e nazionale. Il termine fu elaborato dagli avversari di parte laica e repubblicana (Guglielmo Pepe, Giuseppe Ferrari) per sottolinearne il contenuto anacronistico e retrivo, ma finì per non dispiacere ai diretti interessati. Nel neoguelfismo confluirono vari elementi: le speranze di una riforma della Chiesa in senso democratico; l'aspirazione a un primato morale dell'Italia cattolica nell'Europa dei popoli; l'idea di un'unità da conseguire attraverso una confederazione di stati presieduta dal papa; il recupero in chiave romantica del cristianesimo delle origini; infine, forti spinte federalistiche e autonomistiche. Il programma neoguelfo fu esposto da Vincenzo Gioberti nel Primato (1843), ma pure Alessandro Manzoni, Gino Capponi e Cesare Balbo contribuirono a diffondere i principi del cattolicesimo liberale italiano. L'elezione di Pio IX (1846) parve assecondare la prospettiva giobertiana di una soluzione confederale della questione italiana: per alcuni anni (1846-1848), l'opinione pubblica moderata andò effettivamente indirizzandosi verso le tesi neoguelfe, destinate, tuttavia, a un rapido declino dopo l'allocuzione papale del 29 aprile 1848 (con la quale il pontefice si ritirava dalla guerra d'indipendenza) e, in novembre, l'assassinio di Pellegrino Rossi, fautore di una trasformazione in senso laico dello Stato della Chiesa.
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