Nell'Illuminismo Montesquieu e Voltaire insistono sull'identità e sulla centralità dell'Europa nell'epoca moderna sia sul piano economico sia su quello politico. La scoperta dell'America legò all'Europa l'Asia e l'Africa. L'America fornì all'Europa le merci necessarie per il commercio con le Indie orientali e i traffici marittimi con l'Africa furono indispensabili perché essa forniva uomini per il lavoro nelle miniere e nei campi dell'America.
L'Europa divenne il centro dei commerci e raggiunse così un grado di potenza molto elevato superiore anche a quello dell'Asia. L'unica differenza tra Europa e Asia era che nella prima c'era la libertà mentre nella seconda c'era dispotismo. La radice dell'idea d'Europa come terra della libertà nacque nell'epoca greca perché l'Europa era sede di governi fondati sulle leggi a differenza dell'Asia, terra di dispotismo.
Con l'epoca romana si introdusse anche il concetto d'uniformità politica, pur nella diversità e molteplicità dei popoli sottomessi a Roma, e questo concetto rimase anche dopo la fine dell'impero attraverso il diritto romano e l'idea di legalità ad esso legata.
Con il Cristianesimo si aggiunse quello d'unità spirituale e l'Europa divenne la Cristianità. La spaccatura portata dalla Riforma protestante contribuì a sostituire alla unità religiosa quella culturale d'Europa: la particolarità dell'Europa è quella di essere un "corpus a sé" con proprie caratteristiche politiche, sociali, culturali e con una propria tradizione.
Intorno all'XVIII - XIX secolo queste diverse radici vennero riprese dagli studiosi grazie anche all'Illuminismo. Voltaire, uno di questi filosofi, riconosce che l'Europa costituisce anche un'unità politica, nel senso d'avere principi di diritto pubblico e di politica, sconosciuti nelle altre parti del mondo e fra questi il principio d'equilibrio fra gli Stati.
Con l'idea illuminista di sovranità popolare e, dopo l'avvento di Napoleone, con l'esigenza di liberazione da un dominio straniero, si afferma il concetto di Nazione. Questo però accade solo nel primo '800 perché nella cultura dell'antico regime l'idea che lo Stato dovesse coincidere con una Nazione era sostanzialmente estranea. L'idea moderna di Nazione si rafforzò con Rousseau e con la sua concezione dello stato come espressione di un popolo capace di esprimere una volontà comune.
Rousseau infatti era contrario all'europeismo e per questo si contrappone a Montesquieu e a Voltaire. Questa concezione venne diffusa grazie alla rivoluzione francese e alle guerre napoleoniche in tutta Europa. Con la diffusione dell'idea di nazione nacquero molti problemi legati alle due concezioni di Europa e di Nazione. In Italia erano presenti due studiosi come Carlo Cattaneo e Giuseppe Mazzini che avevano idee differenti sulle diverse concezioni, ma comuni nello spirito della libertà e del progresso. Cattaneo aveva una concezione federale di Europa perché era convinto che la libertà avvicinasse i popoli e li spingesse ad associarsi in una federazione europea di Stati. Mazzini invece, esaltava la patria, la nazione ponendola in connessione strettissima con l'umanità.
Nell'appello Ai giovani in Italia del 1859 la nazione non era solamente fine a se stessa ma era anche mezzo per il compimento del fine supremo, vale a dire l'umanità. Quest'ultima si esprimeva nell'Europa per questo il pensiero di Mazzini era rivolto alla giovane Europa, all'Europa dei popoli. Mazzini dice anche che ogni popolo ha avuto da Dio una missione, "l'insieme di tutte quelle missioni compiute in bella armonia per il bene comune, rappresenterà un giorno la patria di tutti".
Lo "Sprito delle Leggi" (1748)
La scoperta dell'America ha intensificato il commercio tra Europa Asia e Africa. L'Europa al centro del commercio mondiale. Il commercio interno favorisce quello estero. La religione cristiana si oppone all'assolutismo e contribuisce alla felicità terrena al contrario di quella maomettana.
Secondo Montesquieu l'Europa sarebbe il fulcro del commercio internazionale; questo perché grazie alla scoperta dell'America l'Europa è riuscita ad emergere sugli altri mercati. Infatti l'America ha fornito all'Europa merce necessaria al suo commercio con l'Asia, come l'argento, materiale molto usato per gli scambi di mercato. Oltre all'America anche l'Africa ha contribuito molto al potenziamento dell'Europa, infatti dall'Africa arrivano gli schiavi da far lavorare nelle miniere e nelle piantagioni dell'America. Questa potenza dell'Europa si nota soprattutto dall'immensità delle spese (anche certe volte inutili) che venivano affrontate in questo arco della storia. Su questo fatto però non era d'accordo il padre Duhalde che affermava invece la supremazia dell'Asia sull'Europa. A questa provocazione Montesquieu risponde dicendo che questo fatto potrebbe essere anche vero solo se il commercio estero dell'Europa non facesse aumentare anche quello interno. Inoltre Montesquieu per concludere dice che l'Europa svolge anche il commercio ed i traffici marittimi delle altre tre parti del mondo. Con questo discorso Montesquieu fa affiorare notevolmente la potenza dell'Europa e soffoca così le inutili proteste fatte dal padre Duhalde. In questo brano inoltre Montesquieu parla anche della religione cristiana che secondo lui è molto lontana dal concetto di dispotismo, essendo una religione mite. Seguendo questa religione i principi sono più uniti al loro popolo e di conseguenza più uomini e disposti ad avvalersi delle leggi, a differenza di un principe maomettano che incute timore al proprio popolo.
Al contrario nella religione cristiana esistono principi che contano sul loro popolo e vengono ammirati e stimati da esso. Con questo discorso Montesquieu fa notare che la religione cristiana, preoccupandosi della felicità nell'altra vita, contribuisce a rendere migliore anche la vita terrena. "Spirito delle leggi" di Montesquieu. Il risultato della scoperta dell'America fu di legare all'Europa l'Asia e l'Africa. L'America fornì all'Europa la merce necessaria per il suo commercio con quella gran parte dell'Asia che si suole chiamare le Indie orientali. L'argento questo metallo così utile al commercio sotto forma di moneta, fu inoltre la base, come merce di scambio, del commercio più grande dell'universo. Infine i traffici marittimi con l'Africa divennero necessari, perché essa forniva uomini per il lavoro nelle miniere e nei campi dell'America. L'Europa ha raggiunto un grado così elevato di potenza da non trovar riscontro nella storia, se si considerano l'immensità delle spese, la grandezza degli impegni, il numero delle truppe e la continuità del loro mantenimento, anche quando sono del tutto inutili e non sono altro che oggetto di ostentazione. Il padre Duhalde afferma che il commercio interno della Cina è maggiore di quello di tutta l'Europa. Ciò potrebbe anche darsi se il nostro commercio estero non facesse aumentare il volume di quello interno. L'Europa svolge il commercio e i traffici marittimi delle altre tre parti del mondo, come la Francia, l'Inghilterra e l'Olanda svolgono quasi tutto il commercio e la navigazione dell'Europa. La religione cristiana è ben lungi dal puro dispotismo poiché, essendo la mitezza totalmente raccomandata nel Vangelo, essa si oppone al furore dispotico con il quale il principe si farebbe giustizia ed eserciterebbe le sue crudeltà. Poiché questa religione proibisce la pluralità delle mogli, i principi sono meno chiusi, meno separati dai loro sudditi, e di conseguenza più uomini; sono più disposti a darsi delle leggi e più inclini ad accorgersi che non possono tutto.
Mentre i principi maomettani danno continuamente la morte e la ricevono, la religione, presso i cristiani, rende i principi meno timorosi, e di conseguenza meno crudeli. Il principe conta sui suoi sudditi, ed i sudditi sul principe. Cosa ammirevole! La religione cristiana, che sembra non avere altro scopo che la felicità nell'altra vita, contribuisce a procurarcela anche in questa.
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