Briana, località presso Noale, allora in provincia di Padova, 1817 – Mantova, 1855
Allievo presso l'Accademia militare degli ingegneri di Vienna, sembrava destinato ad una brillante carriera di ufficiale nell'esercito imperiale, quando a Venezia, durante un periodo di ferma, maturò segretamente, a contatto con i circoli patriottici, il turbamento che doveva portarlo ad abbracciare la causa nazionale italiana. Nell'aprile del 1848 si dimise dall'esercito e raggiunse Venezia insorta (23 marzo).Messosi al servizio del governo rivoluzionario fu inviato in Cadore ad organizzarvi la resistenza armata contro gli austriaci. Esule dopo la caduta della Repubblica, si rifugiò a Torino dopo una breve parentesi a Patrasso. Nella capitale sabauda si legò ai circoli mazziniani. Minacciato di espulsione dagli Stati sardi per la sua presunta collaborazione al tentativo insurrezionale di Milano del 6 febbraio 1851, il Calvi dovette rifugiarsi in Svizzera.A Ginevra e poi a Zurigo, riprese i contatti con la cospirazione mazziniana e si impegnò in un progetto insurrezionale in Cadore e in Friuli. Impaziente di passare all'azione, Calvi, munito dei pieni poteri di commissario conferitigli dal Mazzini e di un passaporto falso, superava il confine svizzero con quattro compagni e entrava nel Tirolo ove, il 13 settembre 1854 a Cogolo in Val di Pejo, veniva arrestato.Trovato in possesso di carteggiassaicompromettenti, fu tradotto a Trento e ad Innsbruck (17-23 settembre); di qui a Verona ed infine a Mantova. Processato prima da un tribunale militare e poi da uno civile, Calvi fu giudicato colpevole di alto tradimento e condannato alla pena capitale. La condanna venne eseguita il 5 luglio 1855 nei pressi del castello di S. Giorgio in Mantova.
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