Il 29 marzo 1848 Re Carlo Alberto, sul campo dì battaglia di Voghera, firma un Decreto col quale concede tutti i diritti agli Ebrei ed agli altri acattolici. Con quest’atto, il Regno di Sardegna ha il merito d’avere concesso per primo l’emancipazione agli Ebrei d’Italia.Quando, falliti ovunque i moti rivoluzionari del ‘48, tutti i Governi, revocato quanto erano stati costretti a concedere, adottarono i pesanti sistemi della reazione, solo nel Regno di Sardegna si mantennero puntigliosamente le concessioni date.Prima degli Ebrei, furono i Valdesi ad essere emancipati in data 17 febbraio 1848, data ancora oggi solennemente celebrata dagli stessi.Da Carlo Alberto gli Ebrei erano comunque trattati bene anche prima della concessione; le loro comunità, sparse su tutto il territorio del Regno, avevano come guida le comunità di Torino (rabbino capo Lelio Cantoni) e di Casale Monferrato.L'atto però, dà un peso diverso alle comunità ebraiche nel Regno, e ciò fuimmediatamente testimoniato dalla scelta del primo ministro Camillo Benso di Cavour di essere affiancato da un segretario personale ebreo. Gli Ebrei giunsero in Piemonte a seguito della loro cacciata dal nord Europa, e dopo il 1848, gli ebrei piemontesi poterono scegliere dove vivere e molti si allontanarono dalle città dove per generazioni avevano vissuto e lavorato.Con la seconda guerra mondiale il processo di dispersione si accentuò e oltre la metà degli ebrei non tornò più ai luoghi d’origine.Attualmente, in Piemonte i cittadini di fede ebraica sono circa 1.000, concentrati soprattutto a Torino, dove la comunità possiede un pensionato e una scuola che, unica in Italia, è aperta anche a studenti non ebrei.Proprio nella Sinagoga di Torino resta un armadio dipinto di nero che testimonia il gesto di lutto che la Comunità Ebraica volle portare in occasione della morte del Re Carlo Alberto, che avvenne nel 1849, l’anno successivo alla loro emancipazione.In quegli anni, sempre in segno di riconoscenza, furono molti i bambini ebrei che presero il nome di Alberto.
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