L'Abate sul formaggio
Il Bel Paese
Nel 1867 fu insegnante di geologia al neonato Politecnico di Milano. In questo periodo scrisse una grande mole di lavori scientifici, saggi anche polemici come "Gli intransigenti", diretto contro certi ambienti della Curia Romana. La sua opera più celebre fu Il Bel Paese, un ponderoso volume di divulgazione scientifica in cui raccontava con linguaggio semplice e piacevole le bellezze naturalistiche del territorio italiano. Egli immagina uno zio che, al ritorno delle vacanze, sia interrogato dal nipotino su quanto visto e così, nell'arco di 34 "serate", descrive la bellezza dei fenomeni naturali in Italia, spaziando dalla città di Milano ai marmi di Carrara, dalle tempeste in mare ai ricordi del Monte Rosa, dai vulcani di fango al Vesuvio nella fase pozzuoliana. La 5a serata dell'appendice è dedicata alle Marmitte dei Giganti del Trentino. Lo scopo dell’opera era quello di fornire agli insegnanti, ma anche alla gente del popolo, uno strumento divulgativo che, pur nel rigore scientifico, trattasse dei vari argomenti in maniera facile e piacevole. L’ambizioso progetto ebbe un grande successo, con innumerevoli riedizioni. La notorietà di Stoppani fu tale che agli inizi del 1906 la sua effige e ll suo termine "Bel Paese" furono utilizzati come etichetta di un noto formaggio. Stoppani fu un precursore di quella sensibilità nei confronti della bellezza e della varietà dei paesaggi italiani che solo molti decenni dopo si sarebbe insinuata nella coscienza collettiva.
Fu una specie di ambientalista ante litteram, che probabilmente oggi inorridirebbe di fronte alle devastazioni ambientali, all'inurbamento selvaggio, alla progressiva distruzione della straordinaria ricchezza del paesaggio italiano. Stoppani nell'introduzione del "Bel Paese" così si esprime in una sorta di comparazione con le caratteristiche del territorio svizzero:
"Ma il mondo fisico della Svizzera, si riduce, possiam dire, alle Alpi; mentre il nostro mondo è assai più vasto e infinitamente più ricco di fenomeni e di naturali bellezze. Alle bellezze ed alle ricchezze scientifiche delle Alpi, noi aggiungiamo quelle così diverse dell'Appennino; e quando avremmo descritto i nostri ghiacciai, le nostre rupi e le gole delle Alpi e delle Prealpi, troveremo altri nuovi mondi da descrivere: le emanazioni gassose, le fontane ardenti, le salse, i vulcani di fango, i veri vulcani o vivi o spenti, il Vesuvio, l''Etna, poi ancora il mare e le sue isole, i climi diversi, le diverse zone di vegetazione, dalla subtropicale alla glaciale e così via discorrendo, ché l'Italia è quasi (non balbetto nel dirlo) la sintesi del mondo fisico."
Il museo dedicato a Stoppani al Seminario Arcivescovile di Milano
Fu un convinto estimatore dei geositi, quei luoghi che non determinano solo la forma peculiare del paese e la varietà dei nostri paesaggi, ma che costituiscono meraviglie della scienza e monumenti della natura di indiscutibile valore culturale. Studiò a fondo la storia dei grandi ghiacciai e dei loro movimenti nel corso delle ere geologiche. Indagò anche sui massi erratici trasportati dai ghiacciai: fra questi descrisse il famoso e colossale Sasso di Preguda (Lecco), di ben 100 metri cubici di roccia. Nel 1874 lo Stoppani fu nominato presidente della neonata Sezione di Milano del Club Alpino Italiano. Successivamente fu direttore del Museo Civico di Milano e presidente della Società Italiana di Scienze Naturali. Morì a Milano, per un attacco di cuore il 2 gennaio 1891.
Nessun commento:
Posta un commento