Federico Confalonieri nasce a Milano il 6 ottobre 1785 e muore a Hospenthal il 10 dicembre 1846. Nato in una famiglia nobile e devota all'Austria, fin da giovane appoggiò l'ideale dell'Italia unita e fu un duro oppositore del regime napoleonico. Dopo la restaurazione partecipa alla nascita del periodico letterario Il Conciliatore ed aderisce alla Carboneria; nel 1806 sposò Teresa Casati, che condivise i suoi progetti e lo aiutò durante i tanti infortuni che costellarono la sua vita. Risulterebbe essersi iscritto alle logge massoniche. Propugnò alcune riforme progressiste in ambito economico e sociale ed allo scoppio dei moti del 1820-21 viaggiò in varie parti della Lombardia e partecipò attivamente all'insurrezione. Cospirò con Silvio Pellico contro l'Austria. Il 13 dicembre dello stesso anno venne arrestato nella sua dimora dalla polizia austriaca e fu condannato a morte, pena poi commutata nell'ergastolo da scontare nella prigione asburgica dello Spielberg, presso Brno; la pena gli venne commutata nel 1835 nella deportazione in America. Nel 1837 tornò clandestinamente in Italia, poi passò per Francia (da dove venne espulso), Belgio e Svizzera. Animatore del liberalismo antiaustriaco, nel 1839 prese casa a Mendrisio facendo valere un antico diritto di patriziato (egli era conte), ma dopo un breve soggiorno riparò a Parigi: morì improvvisamente durante un viaggio di trasferimento tra la capitale transalpina e la Lombardia. I suoi resti mortali riposano accanto a quelli dell'adorata Teresa presso il monumentale Mausoleo Casati nel cimitero urbano di Muggiò.
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