Nacque a Montalbano Jonico il 22 novembre 1772 da Nicola Lomonaco e Margherita Fiorentini, studiò medicina e giurisprudenza a Napoli, fu coinvolto dai moti rivoluzionari del 1799 parteggiando per la Repubblica partenopea, fu imprigionato dai Borboni e condannato a morte. Per un errore di nome, riuscì ad essere liberato. Fuggì dal Regno di Napoli vagando di città in città tra cui Marsiglia, Parigi, Ginevra, Milano fino a Pavia dove fu nominato professore universitario di storia e geografia e qui morì suicida annegando nel naviglio il primo settembre 1810 in una tragica ora di abbattimento e di sconforto.
Le sue opere furono raccolte dopo la sua morte in nove volumi, il più famoso resta "Rapporto al cittadino Carnot" che Alessandro Manzoni lesse ancora ragazzo e a Lomonaco dedicò uno dei suoi primi sonetti.
Un busto marmoreo di Francesco Lomonaco si trova al Pincio a Roma.
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