/**/ Associazione Culturale e Sportiva "Giuseppe Garibaldi": Luigi Norfini

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domenica 20 dicembre 2009

Luigi Norfini

Dopo aver frequentato le Scuole Pie a Pescia, suo paese natale, il Norfini si trasferisce nel 1841 a Firenze per iscriversi all´Accademia di Belle Arti. Qui segue il corso di disegno tenuto da Giuseppe Bezzuoli, che lo prende a benvolere, incoraggiandolo a proseguire negli studi, cosa che il giovane fa, avendo come compagni, fra altri, Carlo Ademollo, Cosimo Conti, Annibale Gatti. E´probabilmente il Bezzuoli a condurlo sulla via della rappresentazione del quadro di storia, genere in cui, almeno in Toscana, viene considerato l´iniziatore. Nel 1848 smette di frequentare le scuole di Pittura e di Prospettiva, sempre all´Accademia, per prendere parte come volontario, assieme al fratello, alla prima guerra di Indipendenza, dove partecipa alle battaglie di Curtatone e Montanara. Al termine della guerra rientra a Firenze ma nel 1849 è Torino, dove, su incarico del governo toscano, dipinge Un episodio della battaglia di Novara, che poi donerà a Vittorio Emanuele II. E´questo il primo di una serie di grandi quadri sempre ispirati al Risorgimento e che, nel caso di quelli sulla battaglia di Palestro e su quella di San Martino, gli sono commissionati direttamente dal sovrano. La partecipazione alle guerre risorgimentali è tappa fondamentale per la sua vita d´uomo e d´artista, egli stesso nelle sue memorie, intitolate I miei ricordi, si dilunga nel raccontare l´esperienza militare, nel corso della quale aveva anche ricoperto l´incarico di " corrispondente pittore". Partecipa regolarmente alle mostre annuali organizzate dall´Accademia fiorentina, presentando opere anche di soggetto religioso. Non esita a cimentarsi nel ritratto, genere in cui anzi si dimostra particolarmente versato, per la puntuale osservazione della realtà, per la grande capacità disegnativa e per la sicurezza tecnica. Si qualificano come esempi significativi il Ritratto di Silvio Pellico (conservato a Firenze, nella Galleria d´Arte moderna di Palazzo Pitti), premiato al concorso bandito nel 1859 dal Governo della Toscana, e il Ritratto di Carlo Ludovico di Borbone, oggi a Lucca. presso il Museo Nazionale di Palazzo Mansi. Numerose sono le commissioni che riceve anche dall´estero. Nel 1866 è ancora a Firenze e viene nominato professore onorario presso l´Accademia, dove, contrariamente a quanto talvolta si è detto, non insegnerà mai. Eserciterà l´insegnamento, invece, a Lucca, dove si trasferisce alla fine degli anni Settanta, succedendo a Sebastiano Onestini come direttore del Reale Istituto di Belle Arti, carica che mantiene dal 1875 al 1897, avendo come allievi artisti quali Cipriano Cei, Giorgio Lucchesi, Luigi de Servi. Concluderà la sua vita in questa città, per la conservazione del cui patrimonio artistico, anche grazie alla carica di direttore della Pinacoteca, si prodiga con assoluta dedizione. Al Museo di Palazzo Mansi, oltre al ritratto di Carlo Ludovico sopra menzionato, si conservano il bozzetto della Battaglia di Curtatone, la Veduta della collina della battaglia di San Martino, L´alcova Mansi, e Umberto I alle manovre, offerto in dono da un gruppo di cittadini lucchesi al 23° Reggimento Cavalleria, che, costituitosi i a Lucca nel 1887, aveva scelto di eleggere il sovrano come proprio titolare. Un suo autoritratto si conserva nella Pinacoteca Comunale di Pescia.

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