/**/ Associazione Culturale e Sportiva "Giuseppe Garibaldi": La battaglia di Goito

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mercoledì 6 aprile 2011

La battaglia di Goito

L’importanza strategica della battaglia che si combatte a Goito a difesa dei ponti sul Mincio il 30 maggio del 1848 è enorme: perderla significherebbe per le truppe di Carlo Alberto rimanere tagliate fuori sulla sinistra del fiume e dover così rinunciare a tutte le difficili conquiste dell’ultimo periodo.

Il feldmaresciallo Radetzky tenta invano di cacciare il I corpo d’armata dell’esercito sardo, comandato dal generale Alessandro La Marmora, dalle posizioni che tiene a protezione dei ponti sul Mincio di Goito, della vicina Pozzolo, nonché, poco più a nord, di Valeggio-Borghetto e Monzambano, circa 20 km a nord di Mantova. L’attacco austriaco del 30 maggio contro il fianco sinistro comincia intorno alle 15.00 con un nutrito fuoco d’artiglieria; il generale Eugenio Bava però, uno dei più validi comandanti dell’esercito di Carlo Alberto, distacca alcune truppe dal centro e fa passare sulla riva sinistra del Mincio un battaglione con quattro pezzi al fine di colpire il nemico sul fianco.
L’attacco austriaco viene così respinto per ben cinque volte. Alcuni battaglioni della Brigata Cuneo sono costretti a ripiegare, ma grazie al repentino intervento della Brigata Aosta, dell’Aosta Cavalleria e del Nizza Cavalleria, viene recuperato il terreno perso costringendo le avanguardie avversarie a mettersi sulla difensiva. È a questo punto che Vittorio Emanuele, erede al trono a duca di Savoia, comprendendo la condizione favorevole per contrattaccare, assume di persona il comando della Brigata Guardie, causando alle forze imperiali un duro colpo. Sono ormai le 18.30 quando gli austriaci sono costretti a una precipitosa ritirata.
La battaglia di Goito è probabilmente uno degli episodi bellici più gloriosi per l’esercito piemontese nella campagna del 1848, ma di certo anche il crinale su cui si consuma il fallimento del tentativo di Carlo Alberto. Da questo momento in poi, infatti, ha inizio la grande controffensiva austriaca, che costringerà il Piemonte a indietreggiare oltre il Ticino, abbandonando così i territori precedentemente conquistati.

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