/**/ Associazione Culturale e Sportiva "Giuseppe Garibaldi": settembre 2014

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sabato 13 settembre 2014

MONTAZIO ENRICO

 Giornalista, nato a Portico di Romagna il 28 settembre 1816, morto a Firenze il 22 ottobre 1886. Il suo vero cognome era Valtancoli. Studiò lettere e medicina all'università di Pisa, ma si dedicò alla vita del pubblicista. Dopo aver collaborato a Firenze a varie pubblicazioni, fondò prima un periodico letterario, La Rivista di Firenze (1843) e poi un giornale politico, Il Popolano (1847), che, specialmente nel 1849, diventò espressione della più scalmanata demagogia, tanto da procurare al M. di essere condotto dinnanzi alla corte regia nel noto processo di lesa maestà, dove fu condannato alla pena dell'ergastolo per novanta mesi, per i violenti articoli scritti dopo la fuga del granduca. Commutatagli la pena nell'esilio, si recò a Marsiglia e poi a Parigi. Ivi dette la sua collaborazione a diversi periodici, e uno ne fondò egli stesso, L'Appel, mentre mandava corrispondenze a giornali notoriamente sovvenzionati dall'Austria; ond'è che s'ebbe biasimi e deplorazioni da patrioti italiani. Da Parigi passò a Londra, e anche qui trovò modo di esercitare il mestiere di giornalista, dirigendo la Presse de Londres e scrivendo articoli per quotidiani londinesi. Fallitogli nel 1860 il disegno di una spedizione di volontarî in soccorso di Garibaldi e tornato in Italia, diresse a Torino Il Mondo illustrato e La Rivista contemporanea, scrisse articoli e romanzi per varî giornali e, pur continuando a risiedere a Torino, uno ne fondò a Firenze, L'Italia contemporanea. A Firenze fece ritorno nel 1865 dopo il trasferimento della capitale e collaborò a giornali fiorentini e anche a qualche giomale straniero. Ma il più della sua attività diede a La Gazzetta d'Italia, adattandosi anche alle funzioni di traduttore di romanzi stranieri, quando non ne scriveva di proprî. Poligrafo inesauribile, egli era diventato negli ultimi anni di vita siffattamente venale da mettere la sua penna a servigio di chiunque lo pagasse; ond'è, che molta della sua produzione rimane sconosciuta. Incostante di carattere ed avido di guadagno, non ebbe alcuna dirittura politica.

lunedì 8 settembre 2014

Plezza Giacomo

Plezza Giacomo  
Cergnago (Pavia), 1806 – ivi, 1893
 

Ricco proprietario terriero, fu senatore del Regno di Sardegna nel 1848. Nel 1859 fu commissario straordinario di Alessandria, incaricato di reggere con pieni poteri il territorio circostante. In buoni rapporti con Garibaldi, trattò con lui nel 1862 e si adoperò per evitare la spedizione di Aspromonte, come risulta da una corrispondenza con il generale resa pubblica alla Camera nel novembre di quell'anno. Suo figlio fu tra i volontari garibaldini del 1866.

sabato 6 settembre 2014

Il Congresso di Vienna

RICORRE IL 16 SETTEMBRE LA DATA NON UFFICIALE DELL'AVVIO DEL CONGRESSO DI VIENNA(1 NOVEMBRE1814).
LE POTENZE VINCITRICI SU NAPOLEONE(AUSTRIA,GRAN BRETAGNA,RUSSIA E PRUSSIA)MENTRE QUESTI ERA ALL'ISOLA D'ELBA IN ESILIO , AVEVANO GIà DECISO DI TORNARE ALL'ANCIEN REGIME, OVVERO ALLE DOMINAZIONI PRECEDENTI LA RIVOLUZIONE FRANCESE, CON QUALCHE ECCEZIONE,TRA CUI LA SICILIA.INFATTI LA GRAN.BRETAGNA CHIESE PER I POPOLI CHE L'AVEVANO GIà AVUTA, IL RISPETTO DELLE COSTITUZIONI, E TRA QUESTE ERA QUELLA DEL 1812 CONQUISTATA DALLA SICILIA,DALLA SPAGNA,DALLA CORSICA,ECC.INIZIALMENTE ,PER LA PRESENZA DI MURAT A NAPOLI-CHE AVEVA IL CONSENSO DELLA SANTA ALLEANZA-I BORBONE DI NAPOLI FURONO MOLTO CAUTI E PER BOCCA DELL'AMBASCIATORE MEDICI CONFERMARONO CHE AVREBBERO RISPETTATO LA COSTITUZIONE IN SICILIA E A NAPOLI.MA QUANDO MURAT CAMBIò SCHIERAMENTO E SI RIAVVICINò NUOVAMENTE A NAPOLEONE IN VISTA DI WATERLOO,L'AUSTRIA ,CHE ERA PUR'ESSA MOLTO SCETTICA VERSO FERDINANDO E LA SUA CORTE,DECISE NELL'APRILE 1815 DI REINSEDIARE IL RE SPERGIURO BORBONE!FERDINANDO, DA PALERMO DOV'ERA ESILIATO,PRONUNCIò NELLA TERZA E ULTIMA SESSIONE DEL PARLAMENTO COSTITUZIONALE SICILIANO, UNA MINACCIOSA RICHIESTA DI DENARO CON CUI INTENDEVA RICONQUISTARE IL REGNO DI NAPOLI.NESSUNO VI SI OPPOSE Poiché ORMAI ERA TUTTO A SUO FAVORE: IL PRINCIPE DI BELMONTE, CAMPIONE DELL'INDIPENDENZA PARLAMENTARE DELL'ISOLA, ERA MORTO NELL'OTTOBRE 1814 NEL TENTATIVO DI SALVARE L'AUTONOMIA, E IL PRINCIPE DI CASTELNUOVO AVENDO CAPITO CHE IL SUO RICHIAMO DA PARTE DEL BORBONE ERA SOLO UNA TRAPPOLA IN ATTESA DELA "RIUNIFICAZIONE" DELLA SICILIA A NAPOLI SENZA ALCUNA AUTONOMIA, SI RIFIUTò SDEGNOSAMENTE DI PARTECIPARE ALLA "COMMISSIONE DEI 18" E SI RITIRò A VITA PRIVATA.PER LA SICILIA, IL CONGRESSODI VIENNA, AVEVA DA TEMPO DECISO CHE TORNASSE AI BORBONI SENZA ALCUNA AUTONOMIA!!!