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giovedì 17 marzo 2016

FOCOSI, Roberto

FOCOSI, Roberto. - Nacque a Milano il 13 luglio 1806 da Luigi, attore ed impresario teatrale, e da Francesca Perfetti, pittrice dilettante.Iscritto dal 1819 all'Accademia di belle arti di Brera, nel 1824 conseguì un premio "per elementi di figura disegnati dalla stampa"; nello stesso anno partecipò all'annuale appuntamento espositivo braidense, con un "disegno a matita d'invenzione" Il fine tragico di Gabriella di Vergy, ispiratogli da un ballo di G. Gioia rappresentato alla Scala. Nel 1827, ultimo suo anno a Brera, vinse un premio "per l'invenzione in disegno" La sua attività professionale di disegnatore e litografo iniziò nel 1827 con un lavoro di alto livello: fornì otto disegni per i grandi ritratti di illustri contemporanei, che furono incisi da L. Rados (Mazzocca, 1981, tavv. 444, 490; La Braidense, 1991, p. 301). In questi ritratti, come nei molti altri eseguiti nel corso della sua carriera di litografo (Arrigoni - Bertarelli, 1934, che ne segnalano 45), il F. manifesta la sua spiccata capacità di cogliere la fisionomia e fissare con naturalezza l'espressione dell'effigiato: ritrasse personaggi celebri in ambito teatrale. culturale e politico, ed anche persone meno note, in tavole pubblicate sciolte, o inserite in volumi.Sulle orme di F. Hayez, impegnato nel perfezionamento tecnico della litografia, il F. illustrò i Promessi sposi con tredici tavole sciolte che vennero stampate tra il 1828 e il 1830 dalla Litografia Vassalli. Dell'opera manzoniana diede un'interpretazione grafica "spigliata e narrativa" Nel 1830 il F. sposò Giuditta Elena, sorella del pittore e litografo Giuseppe, e anch'essa autrice di alcune litografie (Calabi, 1931, tav. 184). Dal loro matrimonio nacquero sette figli, tra cui Alessandro, pittore, Eugenio ed Emilia, dei quali si conosce qualche litografia. Rimasto vedovo, il F. sposò in seguito Anna Maria De Monti, dalla quale ebbe due figlie, nate nel 1850 e 1852.Nel 1838 il F. illustrò il Marco Visconti di T. Grossi in otto litografie, anch'esse pubblicate da Vassalli separatamente dal romanzo. Affiancò questa produzione di tavole, di formato medio e grande, destinate al collezionismo o all'arredo domestico, ad una intensa attività di illustratore; lavorò per prodotti editoriali molto diversi: dal romanzo storico con dignità letteraria, ai testi teatrali, alle novelle, sino alla letteratura di evasione di strenne e almanacchi (Baretta - Griffini, 1986).Oltre alla serie di immagini inserite nella citata edizione dei Promessi sposi, il F. illustrò molti altri libri pubblicati a Milano. Si ricordano: i venti disegni per il Marco Visconti di T. Grossi (Borroni e Scotti, 1840); i ventinove disegni, tradotti in incisione da G. Buccinelli, per La signora di Monza di G. Rosini (Manini, 1840); le diciotto immagini, incise da G. Bonatti, per Caterina Medici di Brono di A. Mauri (1841); le dodici litografie per Il marchese Annibale Porrone ... di I. Cantù (Borroni e Scotti, 1842); i ventidue disegni, incisi da G. Bonatti e G. Buccinelli, per Isnardo o sia Il milite romano di G. Colleoni (Borroni e Scotti, 1842); i 4 disegni per Corinna ossia L'Italia di G. de Staël (Borroni e Scotti, 1844); i nove disegni tradotti nelle xilografle delle Opere varie di A. Manzoni (Redaelli, 1845) e le più tarde sedici litografie che illustrano La giornata di Tagliacozzo di Cletto Arrighi (Sanvito, 1858), cui si aggiungono innumerevoli altre tavole.Il F. affrontò anche soggetti ispirati alla storia contemporanea: tra le stampe di maggior formato, le cinque Tavole storico-pittoresche dell'opera del barone Alessandro Zanoli sulla milizia cisalpino-italiana 1796-1814 (Milano, Borroni e Scotti, 1845) e L'incendio di Mosca, tradotto in incisione da G. Stuppi (1850), testimoniano il diffondersi di un'iconografia napoleonica che si ebbe nel Lombardo-Veneto negli anni Quaranta. Alle lotte risorgimentali sono invece riconducibili, tra l'altro, i figurini per la guardia nazionale adottati dal governo provvisorio di Milano del 1848 e le grandi scene tratte dalle battaglie del 1859 per l'indipendenza Nonostante la grande abilità manifestata nel riprodurre opere di altri artisti, come nel caso della litografia, tratta dai Vespri Siciliani di Hayez, esposta a Brera tra unanimi consensi nel 1834 (Glissons, n'appuyons pas, I [1834], pp. 2 s., ripr.), il F., per le sue spiccate doti di inventiva, fu essenzialmente un creatore di immagini. Le sue illustrazioni sono tuttora utilizzate per la loro qualità e per il valore di documento visivo dell'epoca: soprattutto i ritratti di personaggi illustri e tutto quanto testimonia la vita e gli avvenimenti storici e culturali fino all'Unità d'Italia. In particolare le sue litografie hanno un posto importante nell'iconografia manzoniana dei Promessi Sposi.Il F. morì a Milano il 3 sett. 1862.



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