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mercoledì 23 febbraio 2011

Carlo Bossoli

Carlo Bossoli nasce a Lugano nel 1815. Verso il 1820 si trasferì con la famiglia a Odessa in Russia. Impiegato in una libreria acquisì l'interesse per il disegno copiando numerose stampe. Queste prime esperienze saranno fondamentali, come pure fondamentale sarà il suo apprendistato presso un pittore scenografo; qui imparò a dipingere quelle vedute di paesaggi, quei panorami, che trattò poi per tutta la vita.

Tra il 1831 e il '40 fece il suo primo viaggio in Italia, Roma soprattutto, Napoli e Milano. Dopo un nuovo soggiorno in Crimea si trasferì a Milano (1844-1853) dove assistette alle Cinque Giornate (dipingendone vari episodi).
Nel 1850 si recò in Inghilterra e in Scozia. Costretto dal governo austriaco a lasciare Milano, terrà dimora a Torino dal 1853 al 1884.
Nel 1848-'49 tornò a soggiornare nella nativa Lugano dov'è sepolto.
Ritrasse le campagne risorgimentali del 1859-'60-'61, per incarico del "Times" e del principe Eugenio di Savoia Carignano. Andando di persona sui campi di battaglia, ne trasse centinaia di quadri, bozzetti, schizzi.
Nel 1862 gli vennero conferite le patenti reali di “Pittore di storia”.
Muore a Torino il 1° agosto 1884.
In occasione del centenario dalla sua morte il Museo Nazionale del Risorgimento di Palazzo Carignano di Torino commemorò il pittore con una ricca esposizione di soggetti risorgimentali.

Luigi Cibrario

Nato a Torino nel 1802 si iscrisse alla Facoltà di Belle lettere, dopo aver vinto un posto gratuito presso il Collegio delle province di Torino, e si laureò nel 1821. Si fece apprezzare dal latinista Carlo Boucheron, che lo raccomandò a Prospero Balbo, allora ministro degli Interni e magistrato per la riforma degli studi, grazie al quale divenne applicato del ministero. Dopo che nel 1824 si era laureato anche in diritto civile e canonico, Giuseppe Manno, incaricato per gli affari dell'isola di Sardegna, gli affidò una divisione ministeriale. Grazie a un'ode scritta per la nascita del principe Vittorio Emanuele, Cibrario entrò in rapporti speciali con Carlo Alberto. Nel 1827 pubblicò la sua prima opera storica, i due volumi Delle storie di Chieri. Nel 1829 divenne sostituto procuratore generale del re nella Camera dei conti e nel 1830 fu cooptato nell'Accademia delle Scienze. La possibilità di accedere agli archivi lo indusse a sviluppare interessi per la storia sabauda, e cominciò a pubblicare articoli, memorie e poderose sintesi (tre memorie lette all'Accademia nel 1831 furono riunite con il titolo Delle finanze della monarchia di Savoia nei secoli XIII e XIV). Carlo Alberto incaricò Cibrario e Domenico Promis di raccogliere in Francia e in Svizzera documenti sui Savoia delle origini: ne nacquero opere come Documenti, sigilli e monete appartenenti alla storia della monarchia di Savoia raccolti in Savoia, in Isvizzera ed in Francia (1833) e Sigilli dei principi di Savoia (1834). L'opera che gli procurò fama anche internazionale fu L'economia politica del Medioevo (1839), ma non abbandonò il sabaudismo: fra 1840 e 1844 pubblicò i tre volumi della Storia della monarchia di Savoia sino al 1383, nel 1846 i due volumi della Storia di Torino, mentre per la neonata Regia Deputazione di Storia patria fu responsabile della sezione Chartae degli Historiae patriae monumenta.

Studioso di successo, burocrate scrupoloso, curò relazioni altolocate e fu fedelissimo alla dinastia regnante: aveva tutto per diventare uomo di fiducia di Carlo Alberto nel periodo delle riforme. Nell’ottobre del 1848 fu eletto senatore del Regno, fu poi per breve tempo nel 1852 ministro delle Finanze nel governo di Massimo D’Azeglio e successivamente dell’Istruzione pubblica (1852-55). In seguito alla guerra di Crimea sostituì per sei mesi Cavour al ministero degli Esteri (1855-56). Nonostante l’impegno politico continuò a dedicarsi con intensità agli studi storici: Descrizione storica degli Ordini cavallereschi (2 volumi, 1846); Origini e progresso della monarchia di Savoia fino alla costituzione del Regno di Sardegna (2 volumi, 1854-55); Della schiavitù e del servaggio e specialmente dei servi agricoltori, (2 volumi,1868). Morì nella tenuta dei Conti Odorici a Trobiolo sul lago di Garda il 1° ottobre 1870.

Anita Garibaldi

ANITA GARIBALDI


Giornalista e pubblicista, ha studiato e lavorato in Italia e all'estero. Da anni svolge attività culturali e sociali per la Comunità Europea e per vari Enti privati. E' Presidente del Centro Studi Politiche Europee (CESPEURO) che cura ricerche sulla piccola e media impresa, sull'artigianato e sulla formazione professionale. Ha promosso l'Associazione "Amici del Gianicolo", che ha operato per incentivare il recupero dell'area Gianicolense e il restauro delle statue di Giuseppe e Anita Garibaldi. Ha curato varie pubblicazioni su problemi sociali, tra le quali La donna del Generale (Rusconi Editore) che ha l'obiettivo di divulgare i risultati della ricerca storica compiuta dall'autrice in Sud Amercia sulla vita della sua omonima bisnonna, Anita Garibaldi. E' socio fondatore e membro attivo di molte Associazioni di ambito politico-culturale e sociale. Dal 1999 presiede l'Associazione Nazionale Garibaldina, aperta a tutti coloro che vogliono ricordare e commemorare l'epopea risorgimentale e tramandarne la conoscenza alle nuove generazioni. Ha scritto, nel 2003, Nate dal mare, edito da "Il Saggiatore", una saga storica che copre 150 anni di avvenimenti italiani e le vicende di tre generazioni di Garibaldi. Nel 1999 le è stata conferita l'onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana. Dal 2004 ha fatto parte, quale Presidente Onorario del Comitato Promotore per il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi istituito a Nizza, sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, presieduto dal Ministro degli Affari Esteri italiano. E' discendente in linea diretta di Giuseppe e Anita Garibaldi, dal nonno Ricciotti e dal padre Ezio Garibaldi.

Lo statuto Albertino

LA PROMULGAZIONE DELLO STATUTO

Il 1° febbraio Carlo Alberto scrive al ministro degli interni che il re di Napoli, concedendo al suo popolo una costituzione, non poteva compiere un atto più fatale alla tranquillità d'Italia; aggiunge inoltre che egli è fermamente deciso a non accordare nulla. Due giorni dopo si raduna il consiglio di conferenza composto dai ministri e dal re i quali seppure tristemente si accordano per concedere la costituzione. Dopo un lungo e difficile lavoro Carlo Alberto firma lo statuto. Era il 4 marzo 1848.
ANALISI DELLO STATUTO:
ALCUNE CARATTERISTICHE DELLO STATO COSTITUZIONALE
Lo statuto Albertino segna il tramonto dello stato assoluto e la nascita di un sistema di governo costituzionale moderno. I poteri si distinguono in legislativo, esecutivo e giudiziario. Quello legislativo ha il compito di fare leggi, e quello esecutivo di farle rispettare e quello giudiziario che ha per oggetto l'attuazione della giustizia. In uno stato assoluto questi tre poteri sono accentrati in un'unica persona che porta sempre alla perdita o alla limitazione della libertà dei cittadini. Lo stato moderno oltre che costituzionale è anche democratico organizzato cioè in modo per garantire la partecipazione del popolo all'esercizio del potere. Questo accade attraverso l'elezione dei rappresentanti che godono la fiducia ed esprimono la volontà dei cittadini.
LA CARTA OTTRIATA
Una costituzione può nascere in due modi: può esser deliberata da un'apposita assemblea costituente o elargita dal sovrano, in questo caso prende il nome di ottriata. Nell'introduzione l'espressione irrevocabile viene interpretata in vari modi, ma l'interpretazione esatta e quella di Cavour il quale dice che la costituzione può esser modificata in base alle esigenze.
IL POTERE LEGISLATIVO
Il potere legislativo è esercitato dal re e da due camere: la camera dei deputati e Senato. I senatori sono nominati dal re a vita mentre i deputati sono eletti dal ristretto e privilegiato gruppo di cittadini. I deputati possono ricevere istruzioni dagli elettori, ma non sono tenuti a seguirli. Essi rimangono in carica cinque anni. La formazione delle leggi avviene così: proposta la legge, essa viene esaminata dalle giunte, poi viene discussa e approvata da una camera e trasmessa all'altra. Dopo che è stata provata dalle due camere la legge viene presentata al re, il quale la approva e attesta l'esistenza della legge. Se la legge viene respinta, il progetto non può esser presentato nella stessa sessione, uno dei tanti periodi che compongono la legislatura. I parlamentari si avvalgono di alcuni privilegi: non possono essere perseguiti a causa delle opinioni espresse e dei voti dati e non possano essere arrestati senza l'autorizzazione delle rispettive camere. Essi inoltre non ricevono alcun compenso per il servizio prestato e se non hanno un reddito personale non possono svolgere attività parlamentare.
IL POTERE ESECUTIVO
Il potere esecutivo appartiene al re. Il re è il capo supremo dello stato ciò significa che è rappresentante di se stesso. Il re esercita questa funzione assieme ai ministri, nominati e rovesciati da esso, che sono responsabili degli atti del sovrano. Il re è infatti esente da ogni responsabilità attraverso l'inviolabilità regia.
L'ORDINE GIUDIZIARIO
All'età dell'assolutismo il re era primo giudice del regno, i magistrati erano funzionari regi strettamente dipendenti dal sovrano; ora lo statuto dice che i giudici ottengono l'inamovibilità dopo tre anni di servizio, in pratica esso permette ai giudici di svolgere la loro funzione in modo autonomo. Un'altra garanzia tendente ad assicurare il libero e corretto funzionamento della giustizia, la possibilità di seguire da parte di tutti i processi.
DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI
Tutte le costituzioni degli stati moderni riconoscono ai cittadini i diritti di libertà. Nel continente europeo i diritti comuni a tutti gli uomini si affermano per la prima volta nella "Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino". I passi più importanti sono: gli uomini nascono o che vivono liberi e uguali nei diritti; la libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce agli altri; tutti i cittadini hanno diritto concorrere personalmente o per mezzo di rappresentanti alla formazione delle leggi; nessuno dev'esser disturbato nelle sue opinioni; la libertà di pensiero è uno dei diritti più importanti. Alcuni diritti sanciti dallo statuto sono: la libertà individuale è garantita; nessuno può essere arrestato se non nei casi previsti dalla legge; il domicilio è inviolabile e diritto di libertà di stampa. Questi diritti sono riconosciuti dallo statuto, ma non garantiti e cioè non sia l'inviolabilità assoluta di quei diritti.