/**/ Associazione Culturale e Sportiva "Giuseppe Garibaldi": Unità d'Italia (riassunto)

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sabato 4 giugno 2011

Unità d'Italia (riassunto)


Unità d'Italia 1861 -
Riassunto dell'Unità d'Italia (1859-1861) - Giuseppe Garibaldi, Cavour, Vittorio Emanuele II, Napoleone III, Giuseppe Mazzini, Roma capitale, Regno d'Italia, Spedizione dei Mille.
LA FORMAZIONE DELL'UNITÀ (1859-1861)
II guerra di indipendenza
> 1859
II generale austriaco Giulay tenta di preveni­re l'arrivo dei Francesi, ma viene fermato dall'allagamento del Vercellese e della Lomellina. Congiungimento dell'esercito piemontese e di quello francese giunto dalle Alpi e dalla Riviera genovese.
> 20 maggio
Vittoria dei Franco-piemontesi a Montebello.
> 23 maggio
Garibaldi con i volontari «Cacciatori delle Alpi» varca il Ticino a Sesto Calende. Battaglia di Varese e di S. Fermo.
> 30/31 maggio
Vittorioso fatto d'armi piemontese a Palestro.
> 4 giugno
I Franco-piemontesi, varcato il Ticino a Boffalora, battono gli Austriaci nella battaglia di Magenta. Successo del generale Mac Mahon.
> 8 giugno
Vittorio Emanuele II e Napoleone III entrano in Milano. Ritirata austriaca nel Quadrilatero; il comando è assunto personalmente dall'imperatore Francesco Giuseppe.
> 23-24 giugno
Battaglia di S. Martino e Solferino. Ritirata austriaca. La scarsa popolarità della guerra in Francia, osteggiata dalla corte e dall'imperatrice, il pericolo di un intervento prus­siano, la preoccupazione di Napoleone III che l'Italia (moti annessionistici del Centro) si avvii all'unità, spingendosi così oltre i limiti convenu­ti a Plombières, inducono l'imperatore francese a porre termine alla guerra col 
Convegno di Villafranca. I due imperatori stipulano l'armistizio. Cessione della Lombardia fino al Mincio alla Francia, perché la conse­gni a Vittorio Emanuele II.
Dimissioni di Cavour.
> 10 novembre
Pace di Zurigo. Clausola della restau­razione dei legittimi sovrani nell'Italia Centrale (ma senza intervento armato). Le decisioni rela­tive alla situazione italiana sono demandate a un congresso delle grandi potenze.
I moti dell'Italia Centrale e le annessioni
> 27 aprile 1859
Una grande manifestazione popola­re a Firenze guidata dal mazziniano Giuseppe Dolfi convince il Granduca ad abbandonare la città. Governo provvisorio presieduto da Bettino Ricasoli. Carlo Buoncompagni, commissario di Vittorio Emanuele II, non accetta la «dittatura» offerta al re dai Fiorentini. I duca­ti cacciano i loro sovrani; insurrezione di Bolo­gna e delle Legazioni; repressione delle truppe pontificie nelle Marche e in Umbria (eccidio di Perugia). A Parma, Modena e Bologna, dopo il richiamo dei commissari piemontesi (in base agli accordi di Villafranca), si formano le «ditta­ture» di Manfredi, Farini e Cipriani, e viene costituita (insieme alla Toscana) una forza militare comune agli ordini di Manfredo Fanti e Garibaldi. Il fallimento dei piani napoleonici (confederazione italiana, sotto l'egemonia fran­cese) sull'Italia orienta il governo britannico a favore della soluzione unitaria.
> 21 gennaio 1860
Ritorno al potere di Cavour, che succede al ministero Lamarmora-Rattazzi. Cavour indice i plebisciti in Emilia e Toscana.
> 11/12 marzo
La Toscana (con 366.571 voti contro 19.869) e l'Emilia (con 462.000 voti contro 1056) votano l'annessione al Piemonte.
> 15 aprile
Nizza e Savoia votano con un plebiscito per l'annessione alla Francia.
Spedizione dei Mille
A Ferdinando II di Napoli succede, nel 1859, il fi­glio Francesco II, incapace di dominare la diffici­le situazione interna.
> 4 aprile 1860
I rintocchi del campanile della Gancia danno il segnale della rivolta a Palermo. Il moto, represso in città, dilaga nelle campagne si­ciliane; il mazziniano Rosolino Pilo contribui­sce a tenere desta la rivolta; Francesco Crispi incita Garibaldi a uno sbarco.
> 5-6 maggio
Garibaldi salpa dallo scoglio di Quar­to (Genova) con un migliaio di volontari (cami­cie rosse) sulle navi «Lombardo» e «Piemonte». Cavour, che non approva le intenzioni del generale, tenta invano di fermarlo, mentre l'iniziativa trova consenziente Vittorio Ema­nuele.
> 11 maggio
Dopo una sosta a Porto Talamone, do­ve viene sbarcato un piccolo gruppo (Zambianchi) per tentare una spedizione contro lo Stato Pontificio, Garibaldi approda a Marsala. Navi inglesi ancorate nel porto favoriscono lo sbarco.
> 13 maggio
Proclama di Salemi; Garibaldi assume la dittatura dell'isola in nome di Vittorio Emanuele II.
> 15 maggio
Vittorioso scontro a Calatafimi. Il po­polo accoglie con entusiasmo il liberatore. > 30 maggio
Dopo una dura lotta di tre giorni, cui partecipa anche la popolazione della città, i garibaldini conquistano Salemi. Impadronitosi del­la Sicilia, Garibaldi varca lo Stretto di Messina e risale vittoriosamente la penisola verso Napoli mentre l'esercito borbonico si sgretola.
> 7 settembre
Entrata trionfale a Napoli. I successi del dittatore preoccupano le cancellerie euro­pee, tanto più che Garibaldi ha intenzione di marciare su Roma. Cavour ne approfitta per strappare a Napoleone III il consenso a una spe­dizione piemontese nelle Marche e nell’Um­bria.
> 18 settembre
I Piemontesi (generale Cialdini) sconfiggono le deboli truppe pontificie a Castelfidardo. Caduta di Ancona.
> 8 novembre
Vittorio Emanuele, giunto nel Na­poletano attraverso gli Abruzzi, si incontra a Teano con Garibaldi che rimette nelle mani del re il Mezzogiorno e parte per Caprera.
> 1860, ottobre-novembre
Nuovi plebisciti sanzio­nano l'annessione del Regno di Napoli, delle Marche e dell'Umbria.
> 1861, gennaio-marzo
Cessa l'estrema resistenza borbonica a Gaeta e Messina.
> 17 MARZO
CON VOTAZIONE UNANIME, IL PARLAMENTO TORINESE PROCLAMA VITTORIO EMANUELE II «PER GRAZIA DI DIO E VOLONTÀ DELLA NAZIONE» RE D'ITALIA.
> 27 marzo
Dopo un discorso di Cavour («libera Chiesa in libero Stato») la Camera proclama Roma capitale del Regno d'Italia.
> 6 giugno 1861
Morte di Cavour.

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