/**/ Associazione Culturale e Sportiva "Giuseppe Garibaldi": Enrico Cernuschi

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giovedì 12 aprile 2012

Enrico Cernuschi


Enrico Cernuschi nacque a Milano nel 1821 e morì a Mentone, in Francia, nel 1896. Fu tra i protagonisti delle Cinque Giornate di Milano. Fece parte del Consiglio di guerra creato da Carlo Cattaneo e della corrente repubblicano-federalista, che si opponeva alla politica moderata del governo provvisorio milanese, propenso ad affrettare l’annessione della Lombardia al Piemonte. Arrestato per aver manifestato contro il governo, fu liberato dopo pochi giorni e continuò la sua battaglia contro i moderati sulla stampa democratica di Torino, accentuando la sua politica antinobiliare e muovendo forti critiche alla politica finanziaria del governo, accusato di far ricadere il peso economico della guerra sui ceti medi e gli strati più deboli della popolazione a vantaggio della grande proprietà nobiliare.In seguito alla capitolazione di Milano si recò a Lugano dove prese contatti con Mazzini, poi si trasferì a Genova e a Firenze. Nel dicembre del 1848 fu a Roma, dove si oppose all’ipotesi di una riconciliazione con Pio IX, lottando per la proclamazione immediata della Repubblica. Nelle elezioni supplettive del febbraio 1849 venne eletto deputato alla Costituente romana, dove manifestò la sua opposizione a una fusione tra la Repubblica romana e quella Toscana, allontanandosi in questo modo da Mazzini. In seguito allo sbarco dei francesi, si distinse nella difesa della città alla testa della Commissione delle barricate.Arrestato dalle autorità francesi di occupazione, fu liberato dopo un anno di carcere e si stabilì a Parigi dove, vicino alle posizioni di Ferrari, maturò le sue convinzioni federaliste. Influenzato anche dalle posizioni di Proudhon, Cernuschi espresse nei suoi scritti e nelle lettere l’intenzione di dedicarsi allo studio delle questioni sociali, opponendo al mazzinianesimo un embrionale schieramento democratico-socialista e federale. Secondo Cernuschi la rivoluzione democratica, il cui primo obiettivo era quello di sconfiggere e liberarsi del papato, doveva risolvere al tempo stesso la questione politica e sociale.Abbandonata la politica attiva, si dedicò con grande successo all’attività finanziaria (prima nel Credit mobilier, in seguito nella Banque de Paris) diventando molto rapidamente uno degli uomini più ricchi di Francia. A questa attività affiancò lo studio teorico dell’economia politica e divenne un convinto sostenitore del bimetallismo, sistema nel quale oro e argento esercitano contemporaneamente il ruolo di standard monetario.Contrario al regime di Napoleone III, disapprovò le posizioni socialiste e radicali della Comune di Parigi, ma restò sempre un convinto repubblicano, come è testimoniato dai suoi ingenti finanziamenti alla campagna elettorale di candidati repubblicani sia in Francia, sia in Italia.

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