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venerdì 26 ottobre 2012

Piero Cironi


(1819 - 1862)
Figlio di una ricca famiglia terriera, fu rivoluzionario e democratico, protagonista degli ideali democratici risorgimentali che lo portarono ad essere intimo amico di Giuseppe Mazzini, col quale, pare, condividesse anche ideali massonici. Cironi studiò a Prato, poi all'Accademia di belle arti di Siena e si laureò in scienze matematiche all'Università di Pisa. Qui entrò in contatto con ambienti patriottici e rivoluzionari, che si ispiravano agli ideali di Mazzini e di Saint-Simon.
Tornato a Prato, maturò una forte coscienza politica e sociale, interpretando la vita come dovere e servizio, all'insegna di una profonda riflessione etica. Dedicò la sua breve esistenza all'attivismo militante e alla propaganda degli ideali di indipendenza, attraverso il giornalismo e la fondazione di associazioni e società democratiche, a volte segrete. Cercò di coniugare l'intransigenza dei repubblicani con la necessità di una mediazione con i moderati e la monarchia, in vista dell'unità d'Italia.
Si oppose invece al pensiero politico dei cattolici, ispirati in quegli anni dal Primato di Vincenzo Gioberti. Per le sue attività politiche fu imprigionato per un anno nel carcere di Piombino e dovette, in seguito, rifugiarsi a Genova e poi in Svizzera. Nel 1859 fu direttore a Firenze de “L'Unità Italiana”, che appoggiò l'impresa dei Mille. Creò, insieme a Mazzoni e Dolfi, la Fratellanza Artigiana, fondata su quei principi solidaristici che saranno propri del movimento operaio.
Oltre a scritti giornalistici e politici, pubblicò a Prato La stampa nazionale italiana 1828-1860, che può essere considerata la prima storia del giornalismo democratico nazionale.
Morì quarantatreenne a Prato nel 1862.

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