/**/ Associazione Culturale e Sportiva "Giuseppe Garibaldi": La battaglia di Castelfidardo

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giovedì 23 febbraio 2012

La battaglia di Castelfidardo


La conquista di territori pontifici era il necessario presupposto per unire le spinte unitarie del 1860, quella dell’esercito regolare piemontese che scendeva verso sud e quella dell’esercito rivoluzionario di Garibaldi che muoveva verso nord.Il generale dell’esercito piemontese Fanti partì dalla Romagna dirigendo i suoi uomini su due tronconi, il primo via mare passando per Ancona, il secondo attraverso gli Appennini diretto a Urbino. I due eserciti si ritrovarono a Jesi per poi dirigere su Castelfidardo.Intanto lo stato pontificio aveva chiesto l’intervento in supporto delle proprie truppe dell’esercito francese del generale Lamoricière che, di stanza a Narni e Spoleto, intendeva dirigersi verso Ancona, ma trova la strada sbarrata dai piemontesi proprio a Castelfidardo.Lo scontro avvenne nella frazione Crocette il 18 settembre, quando una colonna pontificia guidata dal generale Pimodan entrò in contatto con le truppe piemontesi attaccandole, il vigoroso contrattacco avvenne alla baionetta, a questo punto arrivarono altre colonne comandate da De La Moricière, ma anche lui non riuscì a sfondare e a prendere le migliori posizioni degli avversari.A questo punto il grosso dello scontro si produsse tra fra S. Casa di Sopra e S. Casa, il generale piemontese Cialdini fece accorrere altre truppe che alla fine soverchiano l’esercito pontificio e lo costrinsero alla ritirata verso Loreto, lasciando sul campo armi e attrezzature di vario genere. De La Moricière si diresse verso Ancona.Durante la notte Cialdini fece occupare Recanati e la zona circostante per tagliare la via di fuga ai pontifici che, all’alba, rendendosi conto della situazione insostenibile, capitolarono. Anche Ancona capitola dopo pochi giorni, la via per il sud era aperta.

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