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martedì 8 marzo 2011

Unità d'Italia :" Viva l'Italia "le ultime parole dei fratelli Bandiera

- “Viva l'Italia!”. Queste le ultime parole pronunciate da Attilio ed Emilio Bandiera, due fratelli veneziani di idee mazziniane, mentre cadevano sotto i colpi dei fucili borbonici a Vallone di Rovito, in provincia di Cosenza, il 26 luglio 1844. Nel 1828 Attilio fu nominato ufficiale di marina della flotta austro-veneta. Carriera che gli permetterà di viaggiare e conoscere paesi come l’America del Nord ed in particolare New York, raggiunta nel 1835 quando aveva 25 anni, dove conobbe Pietro Maroncelli, con il quale scambiò le sue prime idee in senso nazionale e liberale. Due anni dopo, nel 1837 Attilio si sposa con Maria Graziani. Intanto anche il fratello Emilio aveva abbracciato la carriera militare nella marina, della quale fu nominato cadetto a 17 anni nel 1836. Nel 1840 le vite dei due fratelli si uniscono definitivamente prendendo parte insieme al padre Francesco, anch’egli ufficiale di marina, alla spedizione in Siria. Nello stesso anno fondarono la società segreta Esperia, con intenti cospirativi antiaustriaci.
Passati al movimento mazziniano della Giovine Italia ed entrati in contatto con la Legione Italica – organizzazione segreta paramilitare creata a Malta dall’esule modenese Nicola Fabrizi con scopi di guerriglia – svolsero un’intensa attività patriottica che li costrinse a riparare a Corfù per sfuggire alla polizia austriaca. Nel 1844 Attilio di 34 anni con il fratello Emilio, di soli 25 anni, ed un gruppo di amici, per quanto sconsigliati da Mazzini, tentano uno sbarco in Calabria sperando di ridestare l’insurrezione scoppiata nel marzo del 1844 a Cosenza. Ignari, però, che il moto fosse già stato stroncato dalle truppe borboniche, per la mancata partecipazione della popolazione, l’intero gruppo di rivoltosi fu subito scoperto a seguito del tradimento di un loro compagno, il còrso Boccheciampe. Dopo alcuni giorni di fuga, a San Giovanni in Fiore furono catturati da contadini e guardie borboniche, quindi condotti a Cosenza dove vennero processati e condannati a morte. Insieme con altri sette compagni, all’età di 34 anni Attilio e di 25 anni Emilio, vennero fucilati nel Vallone di Rovito il 25 luglio 1844.

giovedì 3 marzo 2011

Il sacrificio della contessa Clotilde di Savoia per l'Unità d'italia.

Sabato 30 aprile, alle ore 16.00, si svolgerà al Santuario di Oropa (Sala Frassati) la conferenza “Il sacrificio della Principessa Clotilde di Savoia per l’Unità d’Italia: Il matrimonio con Gerolamo Bonaparte. L’adesione all’Ordine delle Figlie di Maria dopo la separazione coniugale”, con Vittorio G. Cardinali, giornalista e storico di Casa Savoia, e Roberto Favero, studioso del Risorgimento e biografo di Costantino Nigra. Al termine della conferenza, seguirà la visita agli Appartamenti Reali dei Savoia e al Museo dei Tesori.

La principessa Maria Clotilde di Savoia-Napoleone trascorse gli ultimi 33 anni della sua vita (1878-1911) nel castello sabaudo di Moncalieri, alle porte di Torino. Chiamata la “Santa di Moncalieri” dopo la sua morte avvenuta il 25 giugno 1911, questo appellativo trovò riscontro nelle opere, nella vita e nella storia della Principessa, che, per la sua fama di santità, fu proclamata Serva di Dio nel 1943.
Nata il 2 marzo 1843, figlia primogenita di Vittorio Emanuele II e di Maria Adelaide d’Asburgo, ebbe cura dei suoi fratelli Umberto, Amedeo, Oddone e Maria Pia, ai quali dedicò ogni sua risorsa. Maria Clotilde ha solo 12 anni, quando la madre e la nonna, regina Maria Teresa, muoiono a venti giorni di distanza l’una dall’altra nel mese di gennaio 1855.
A soli quindici anni, il 3 gennaio 1859, sacrifica la sua giovinezza per amore del Padre e per il bene del suo Regno accettando di andare in sposa a Gerolamo Napoleone Bonaparte, cugino dell’imperatore Napoleone III, di 22 anni più anziano di lei, con la fama di libertino, ateo e intemperante. Maria Clotilde fu accolta con tutti gli onori alla Corte di Francia. Giovane sposa, cercò in tutti i modi di corrispondere alle esigenze del suo stato, senza mai dimenticare l’amore di Dio. Molti furono i giudizi positivi su di lei: Gorge Sand la considerò con ammirazione “un angelo” per il suo candore e per il bene nascosto che realizzava. Aveva 19 anni quando mise alla luce Vittorio (1862), nel ’64 nacque Luigi e nel ’66 Maria Letizia. Crollato il Secondo Impero nel 1870, Maria Clotilde di Savoia lasciò per ultima Parigi, solo dopo aver visitato i suoi malati all’ospedale e ascoltato la Messa. Con il marito si trasferisce nel castello di Prangins in Svizzera.
Nel 1878 rientra in Italia con la figlia Maria Letizia e prende dimora, per volontà del fratello re Umberto I, nella turrita residenza di Moncalieri. Qui moltiplica le sue attività e opere di bene secondo il motto: “Amare Dio, amare il mio prossimo, vivere e morire con una vita semplice e ordinaria”. A un secolo esatto dalla sua morte è questa la migliore sintesi delle qualità umane, della ricchezza spirituale, delle virtù cristiane, della formazione culturale di questa indimenticabile Principessa sabauda.

martedì 1 marzo 2011

Italia 150:un mare di eventi a Prato

Italia 150: un mare di eventi a Prato

Musica, mostre, visite guidate, teatro, cinema per celebrare il 150imo dell'Unità
Tante le iniziative per i 150 anni dell’Unità d’Italia organizzate dal Comune di Prato e dall’assessorato alla cultura. Oltre al sondaggio on line per ricordare e far conoscere i protagonisti della storia pratese degli ultimi 150 anni, il programma prevede mostre, spettacoli, proiezioni di film, visite guidate ed incontri quasi sempre a ingresso libero. Il primo evento in calendario è mercoledì 16 marzo alle 21 con una festa all’insegna della musica al Metastasio, dove andrà in scena (ingresso libero) lo spettacolo "Il Generale è in città" , per la regia di Roberto Becheri e la partecipazione del Comitato cittadino per le attività musicali. La pièce rievocherà il passaggio di Garibaldi a Prato nel 1849, con le note di Verdi, Novaro e di altri musicisti del tempo. Nel cast anche l’attore pratese Roberto Visconti e i cantanti Silvia Pacini e Alessandro Petruccelli, accompagnati al pianoforte da Claudio Bianchi. Apriranno la serata il coro di voci bianche dei bambini della media E. Fermi e i Piccoli cantori della Corale San Martino.Dopo lo spettacolo la banda Benelli sfilerà per le strade del centro, accompagnando i pratesi in piazza del Comune imbandierata a festa: uno spettacolo di luci e suoni, insieme alla fanfara dei bersaglieri, attenderà lo scoccare della mezzanotte e il brindisi offerto alla città per il ‘compleanno’ dell’Italia.Sempre il 16 marzo saranno inaugurate quattro mostre (ingresso libero), per dare visibilità alle opere, ai pensieri e alle passioni dei protagonisti del periodo unitario (resteranno aperte fino al 2 giugno).La prima sarà in biblioteca Lazzerini sui libri che hanno fatto l’Italia: testi poetici di Dante, Foscolo, Byron, Carducci; i romanzi storici in chiave romantica di Manzoni, Grossi, Guerrazzi, D’Azeglio; la storia della letteratura italiana di De Sanctis, ma anche L’arte di mangiar bene dell’Artusi. La seconda nelle Antiche stanze di S. Caterina: il prezioso materiale dell’Archivio Fotografico Toscano fra attrezzature, libri e immagini, farà rivivere l’evoluzione della fotografia nel primo sessantennio del Regno d’Italia. La terza consentirà uno sguardo sul periodo unitario attraverso i documenti dell’epoca e sarà a Palazzo Datini, a cura dell’ Archivio di Stato. La quarta, in saletta Valentini, presenterà di nuovo al pubblico alcuni cimeli del Museo del Risorgimento, allestito dal 1918 al 1946 in Palazzo Pretorio.
Una quinta mostra al Museo del Tessuto (a cura del Fai, dal 26 marzo al 30 aprile) sarà dedicata a Garibaldi. Inoltre, da marzo a maggio, sempre di sabato alle 10.30, saranno organizzate visite guidate gratuite alle mostre e ai luoghi del Risorgimento nel centro storico, per valorizzare l’apporto spesso poco conosciuto dei pratesi all’Unità nazionale. Il 19 marzo è in programma una caccia al tesoro, organizzata insieme all’assessorato alla pubblica istruzione, con partenza da piazza del Comune: indovinelli, giochi enigmistici e prove di abilità per gli alunni delle scuole medie di primo e secondo grado, con l’obiettivo di ricercare le tracce del passato risorgimentale nel cuore della città. In premio per i ragazzini sciarpe bianche, rosse e verdi donate dal Lanificio Bisentino.
Non mancheranno, sempre da marzo a maggio, incontri, conferenze e tavole rotonde per saperne di più sugli eventi e sui personaggi del Risorgimento a Prato: il programma è molto ricco ed è stato organizzato dall’assessorato alla cultura in collaborazione con l’Università del tempo libero E. Monarca, l’Associazione Guasti, l’Archivio di Stato, il Cral dell’Asl, la Società Pratese di Storia Patria.
Ci sarà poi la rassegna teatrale, a ingresso libero, "I mille volti dell’Italia Unita": protagoniste le giovani compagnie del territorio che si esibiranno sul palco del Teatro Magnolfi, spazio storico della città. Il progetto è dell'assessorato alla Cultura in collaborazione con Teatro Metastasio e Fonderia Cultart, inizierà la sera dell11 marzo, per concludersi il 10 aprile.Ma la storia si racconta in modo molto efficace anche con i film. Il Gattopardo, Senso, la Grande Guerra sono solo alcuni dei titoli della rassegna "Viva l’Italia", in programma al Terminale, con la collaborazione della Scuola di cinema Anna Magnani: si parte il 21 marzo (alle 21.30, ingresso libero) con "Noi credevamo" di Martone.Ci saranno poi le cene organizzate al ristorante Opera 22, in collaborazione con l’Istituto S. Rita, in tre date fondamentali del Risorgimento: lo sbarco dei Mille (menu siciliano), la presa di Porta Pia (menu romano), la vittoria nella Prima Guerra mondiale (menu legato a Trento e Trieste): un’occasione per stare insieme ed apprezzare i sapori della cucina del Sud, del Centro e del Nord, in un’amalgama di gusti e tradizioni. Infine, il concerto in piazza Duomo del 7 settembre. La Camerata eseguirà brani dei grandi compositori italiani dell’Ottocento: Rossini, Bellini e, naturalmente, Verdi. Sarà un’altra occasione per festeggiare in piazza con le emozioni della musica i 150 anni dell’Italia.

Unità d'Italia a Chiusi

È appena iniziato, a Chiusi, il mini-ciclo di film dedicato all’unità d’Italia, nell’ambito dei festeggiamenti dei 150 anni della nostra nazione. Domani sera (mercoledì 2 marzo), verrà proiettato alla saletta convegni del teatro Mascagni il film “1860”, film di Alessandro Blasetti datato 1934. La proiezione segue l’analisi della pellicola, prevista per questa sera. Con la stessa formula - analisi il martedì e proiezione il mercoledì - si continuerà ogni quindici giorni. La selezione è stata effettuata da Nicoletta Baglioni, che ha scelto per le altre serata “Viva l’Italia” (1961) di Roberto Rossellini, “San Michele aveva un gallo” (1973) dei fratelli Taviani e, sempre degli stessi autori “Allonsanfan” del 1974. Sono solo degli esempi, sicuramente delle “pietre miliari”, tra i film dedicati all’Italia. Basti pensare che all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, due erano le opere che affrontavano direttamente la questione dell'unità e dell'identità nazionale: nella sezione principale Mario Martone presentava “Noi credevamo”, mentre nella sezione “Controcampo italiano” concorreva “Ma che storia” di Gianfranco Pannone. Le celebrazioni portano con sé innanzitutto l'opportunità di vedere nelle sale cinematografiche come oggi alcuni autori riflettono su quei momenti cruciali della nostra storia, e al tempo stesso offrono la possibilità di ricordare e quindi riattivare lo sguardo di altri cineasti che in passato hanno scavato tra fatti storie e personaggi del processo di unificazione (da De Sica a Germi, da Camerini a Visconti, da Vancini a Soldati). Gli incontri in programma si concentreranno su un percorso, che alla continuità delle esperienze affianca vari prospettive e modalità di rappresentazione della nascita di una nazione. Questi incontri seguono la serie di interessanti lezioni sulla storia e il mito dell’unità d’Italia, con Andrea Possieri, e sull’unità d’Italia nella letteratura, condotte in questo caso da Carmine De Vivo. Intanto, sta per partire la mostra “Sulle vie del Risorgimento”, documentaria e itinerante, dedicata all’intitolazione delle vie di Chiusi, con pannelli sui personaggi e gli eventi di quel periodo storico.