/**/ Associazione Culturale e Sportiva "Giuseppe Garibaldi": Dedicato al 150° anniversario dell’unità d’Italia, nei caffè torinesi la merenda è Realè

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venerdì 16 settembre 2011

Dedicato al 150° anniversario dell’unità d’Italia, nei caffè torinesi la merenda è Realè

Cioccolata calda, bicerin e dolci risorgimentali come il biscotto “Garibaldi”: è con questa merenda, tipica di casa Savoia che nei caffè torinesi si festeggia 150° anniversario dell’unità d’Italia.

A Torino si celebra il lato goloso dell’Unità d’Italia: alcuni locali, con camerieri vestiti con costumi ottocenteschi, ripropongono la merenda reale di casa Savoia: tradizione nata nel ‘700 per allietare le chiacchiere della corte sabauda con tazze di cioccolata calda accompagnate da torcetti, savoiardi e canestrelli, sotto il regno di Vittorio Emanuele II questo rito si aprì ai venti risorgimentali. Infatti, grazie soprattutto al bicerin, la bevanda a base di espresso, cioccolata e crema di latte, le signore cominciarono a frequentare le varie caffetterie, che ai tempi erano frequentate solo dagli uomini, trasformandole in vivaci salotti mondani.
Il bicerin, servito rigorosamente nel bicchiere di vetro, veniva accompagnato da dolci come lo chifel (simile al croissant viennese), il foré (una ciambella), la brioche di pasta frolla con o senza finocchio e il piccolo e friabile parisien. La merenda reale, sino ad allora riservata solo ai nobili, si trasformò quindi in un’abitudine della borghesia torinese che la arricchì con i noaset (i noccioloni di Chiavasso) e due omaggi all’eroe dei Due Mondi: il garibaldin (una fetta di pane semplice) e il biscotto Garibaldi, fatto con pasta frolla farcita di uvette e confettura d’albicocche.
Questa tradizione seguì i Savoia anche nelle nuove capitali d’Italia unita, Firenze e Roma, perché il cuoco di corte, Giovanni Vlaiardi, seguì lo spostamento della corte.

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