/**/ Associazione Culturale e Sportiva "Giuseppe Garibaldi": Aurelio Saffi

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lunedì 21 dicembre 2009

Aurelio Saffi




Nacque a Forlì il 13 ottobre 1819. Si laureò all'università di Ferrara nel 1841.
In seguito si trasferì a Roma per compiervi la pratica forense; tornato a Forlì fu eletto consigliere comunale e segretario provinciale.
Verso la metà degli anni '40 del secolo, Saffi era forte dei sui studi storici che lo avevano emancipato dall'ambiente religioso e politico nel quale era cresciuto; all'arrivo nella sua terra dei legati, monsignori Janni e Ruffini, stese una rimostranza che valse come requisitoria contro il malgoverno della Romagna.
Ben presto gli entusiasmi che aveva manifestato dopo le concessioni costituzionali ad opera di Pio IX, vennero in lui diminuendo, e Saffi si accostò alla fede mazziniana, alla quale rimase fedele fino alla morte. Nel 1848 invocò le necessità di un'assemblea costituente italiana, necessità già proclamata da Montanelli ma, prima ancora, da Mazzini.
Fu eletto deputato alla Costituente per Forlì; andò a Roma. All'interno della Repubblica romana fu nominato ministro dell'Interno; in seguito acclamato triumviro con Mazzini e Armellini.
Caduta la Repubblica, l'11 luglio 1849, prese la via dell'esilio. Dopo un periodo trascorso in Liguria, riparò a Ginevra, poi a Losanna, dove visse con Mazzini, anch'egli rifugiato da Roma.
In esilio scrisse una Storia di Roma (incompiuta) e collaborò all'Italia del popolo. Nel 1851 è costretto a lasciare la Svizzera per Londra, dove si era trasferito anche Mazzini.
Partecipò ai preparativi del moto milanese del 6 febbraio 1853, che comprendeva insurrezioni in altre zone della penisola. Fallito il moto, e condannato in contumacia a venti anni di carcere, ripara ancora in Inghilterra.
Tornerà in Italia nel 1860, raggiungendo Mazzini a Napoli. L'anno dopo fu eletto deputato per il collegio di Acerenza; dopo i fatti di Aspromonte decise di dimettersi.
Nel suo continuo vagare per l'Europa, tornò a Londra, ma nel 1867 fu di nuovo in Italia. Dal 1872, morto Mazzini, attese alla continuazione della pubblicazione degli scritti dello scomparso (fermi all'ottavo volume), giungendo al volume quattordicesimo.
Dal 1877 aveva tenuto lezioni all'Università di Bologna

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