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lunedì 21 dicembre 2009

Margaret Fuller


Margaret Fuller è stata la prima donna corrispondente estera, ma è soprattutto una leggenda femminista per la sua passione politica, il suo impegno sociale e la sua vita anticonvenzionale. Sarah Margaret Fuller nacque, prima di nove figli, il 23 maggio 1810 a Cambridgeport, vicino a Boston, nel Massacchussets, da Margaret Crane e Timothy Fuller. Il padre era un avvocato ed in seguito anche un importante uomo politico. Alla piccola Margaret, sin dall’infanzia, fu imposta una ferrea disciplina: per molte ore al giorno doveva studiare materie particolarmente difficili, non adatte alla sua età, come i classici latini e greci, che poi la sera doveva recitare al padre. Non sorprende che la Fuller racconti questo periodo definendosi "vittima di spettrali illusioni, incubi, mal di testa, sonnambulismo" e priva di "una infanzia naturale". Negli anni dell'adolescenza Margaret frequentò la scuola per signorine di Miss Prescott a Groton, nel Massachusetts, dove i genitori speravano che la figlia apprendesse dei modi di fare più femminili ed adatti ad una signorina di buona famiglia. In realtà Margaret si sentiva diversa dalle sue compagne di classe, a causa del suo livello di istruzione, che era senz’altro superiore alla media. Le compagne la giudicavano arrogante e presto la isolarono dal gruppo, coprendola di ridicolo. A 15 anni Margaret decise di ritirarsi da questa scuola e, nel 1825 tornò a Cambridgeport. L’anno successivo entrò nella locale scuola privata. Nel 1833 Timothy Fuller decise di trasferirsi a Groton in una casa di campagna, dove Margaret, ventitreenne, per trascorrere il tempo, cominciò a tradurre libri dal tedesco, dal francese e dall’italiano (imparando da sola queste lingue) ed a scrivere per alcuni giornali locali. Nel 1835 però il signor Fuller morì di colera e la famiglia dovette affrontare una profonda crisi finanziaria, per cui Margaret aiutò la famiglia andando a lavorare come insegnante e continuando a scrivere. Per due anni insegnò nella scuola di Bronson Alcott, padre dell’autrice di "Piccole donne", noto per le sue idee innovatrici in pedagogia. Quando la scuola di Alcott chiuse, la Fuller si trasferì a Boston, dove venne a contatto con intellettuali ‘trascendentalisti’ ed iniziò una relazione con Ralph Waldo Emerson, affiancandolo nel 1840 come co-editore del giornale del movimento trascendentalista ‘The Dial’. Per circa tre anni Margaret fu critica letteraria per questo giornale, ma in questo stesso periodo cominciò a condurre anche dei corsi per donne che non avevano potuto studiare: a loro insegnava filosofia, diritto, storia dell’arte. Questi corsi ebbero un grande successo per circa cinque anni. Nel 1843, The Dial pubblicò anche il suo primo saggio femminista : 'Il grande processo L'uomo contro gli uomini La donna contro le donne'. Nel 1844 la Fuller fu assunta al New York Tribune: era la prima ed unica donna dello staff e si occupava di critica letteraria. In questo periodo cominciò a visitare le prigioni, i manicomi, le prostitute, di cui poi scriveva sul giornale. Nel 1845 uscì il suo primo libro, La donna nel XIX secolo, un manifesto del movimento di liberazione delle donne, nel quale la Fuller descriveva l’oppressione subita nei secoli e rivendicava pari diritti. Dopo due anni di lavoro nella redazione del giornale, fu inviata come corrispondente estera, prima donna a ricoprire tale incarico, in Europa. Questa esigenza nasceva dalla rivoluzione tecnologica, che nel frattempo vi era stata nella carta stampata, che aveva accresciuto la concorrenza fra giornali. Il New York Tribune era in concorrenza con l’altro giornale di New York, il New York Herald, che aveva un inviato in Europa: da qui la decisione di inviare la Fuller, che doveva raccontare agli americani che cosa stesse realmente succedendo in Europa, alla vigilia del 1848.

Nel 1846 dunque la Fuller giunse a Londra, dove fu accolta da scrittori e uomini politici, anche italiani, come Mazzini, di cui divenne amica; a Parigi incontrò la sua scrittrice preferita: George Sand. Arrivata in Italia, la Fuller partecipò con fervore agli entusiasmi e alle vicende risorgimentali, conoscendo anche Alessandro Manzoni. A Roma si innamorò del Marchese Giovanni Angelo Ossoli, un bel ragazzo di 26 anni (circa dieci anni più giovane di lei). Nel 1848 la Fuller si ritirò a Rieti, dove in settembre dette alla luce il figlio Angelo Eugenio Filippo Ossoli. Non si è mai capito se i due amanti si erano nel frattempo sposati: nelle lettere spedite alla famiglia in America, Margaret era stata molto vaga sull'argomento.In novembre ritornò a Roma e riprese il lavoro, inviando i suoi articoli al Tribune, in cui parlava degli eventi di cui era testimone: nel febbraio 1849 era stata proclamata la Repubblica Romana ed il Papa Pio IX era fuggito, Garibaldi aveva amministrato Roma per un mese, poi i francesi avevano attaccato Roma, vi era stata una lotta eroica, la sconfitta. Durante l’assedio di Roma, sotto la direzione di Cristina di Belgioioso, la Fuller collaborò all’assistenza dei feriti, mentre Ossoli prendeva parte alla rivolta. Caduta la Repubblica, Margaret Fuller con Angelino ed Ossoli, si trasferì a Firenze, dove cominciò a lavorare ad una saggio sulla rivoluzione italiana. La situazione economica però lasciava a desiderare ed occorreva trovare al più presto un editore per il libro.
Con il figlio Angelino dunque, gli Ossoli si imbarcarono a Livorno, sul veliero 'Elisabeth'. Durante il viaggio, il capitano della nave morì ed il comando fu affidato ad un sottufficiale poco esperto, che portò la nave al naufragio proprio davanti alla baia di New York. Degli Ossoli non rimase nessuna traccia e nemmeno dei loro effetti personali, compreso il manoscritto sulla storia della rivoluzione italiana, che doveva essere la loro salvezza.

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